lunedì 30 luglio 2012

Meli Comics perde la testa?


E' notizia fresca che Simone Bongiovanni, Product Manager Fumetti di Meli Comics sin dall'inizio dell'avventura nel 2011, lascerà il proprio incarico dal 1° agosto prossimo.

Recentemente avevamo fatto il punto della situazione su Meli: avevano parlato gli editori, quindi alcuni negozianti. Il blog dell'amico Max aveva diffuso la notizia dell'abbandono del distributore da parte di Comma 22, con annesse smentite e conferme, e sempre Max, qualche tempo fa, aveva fatto un bel dossier sul pensiero dei librai nei riguardi di Meli Comics.
Qui, infine, dicevamo la nostra in merito, oltre due mesi fa (ma il pensiero è sempre valido).

Ora, dopo aver acquisito editori su editori per oltre un anno, Messaggerie perde prima Comma 22 e poi uno dei fautori del progetto. Succede qualcosa? Magari una riorganizzazione di Meli Comics, che darà più potere alle singole strutture di promozione (tipo GP Promotion)? Forse si, forse no... ma intanto, ne parliamo...



A Simone Bongiovanni va, di tutto cuore, il nostro in bocca al lupo per la futura professione e per la vita.

giovedì 26 luglio 2012

La rivoluzione Me.li. (2): parola al libraio...


Abbiamo iniziato a parlare della rivoluzione (presunta?) che Messaggerie Libri, nella sua divisione di Me.Li. Comics ha portato nel mondo del fumetto ad inizio 2011.
QUI c'è il punto di vista degli editori, più o meno soddisfatti del cambio di distribuzione.
A seguire, il commento di quattro librai, che hanno risposto alla nostra domanda:
"Da un anno e mezzo, diversi editori hanno scelto Messaggerie Libri. Le vendite di questi editori, da quando è cambiato il distributore, sono migliorate o peggiorate?
Perché secondo te?
E come è cambiato il tuo modo di trattare questi editori?"

Buona lettura.

Corrado Morale, dipendente Libreria 901, Torino
Sì, sono peggiorate per alcuni (GG Studio e Comma 22) e sono migliorate per altri insieme al proprio catalogo (Coconino, Tunuè, Edizioni BD). Invece, trovo che, il passaggio non ha giovato assolutamente ai manga della Jpop (operatori un pò stralunati, vogliono solo i propri elenchi elettronici, fallati o gli errori vengono affrontati con assoluta impreparazione logistica e complicazioni burocratiche da fare invidia agli impiegati di "Brasil"), le vendite degli stessi non migliorano, dal nostro punto di vista abbiamo notato, addirittura, un calo.
GP, inizialmente, ha subito un calo (anche se la media dei titoli viaggia sui 7/8 pezzi di venduto) ma ora gli arretrati hanno avuto un buon incremento di vendite; alcuni titoli sono veramente buoni (I am a hero, Billy Bat, Kingdom) e gli operatori sono svegli, riesco a lavorare con il mio database e fanno delle ottime campagne con diritto di reso totale.
In definitiva l'elemento più scomodo di tutti è lavorare con almeno 4 cataloghi diversi, per non parlare delle complicazioni amministrative!!
Il dato positivo, e su questo non ci piove, sono fatture a 60 gg e una media di sconto del 38%; inoltre abbiamo il diritto di reso su tutto, escluso i manga.

E come avete il reso?
Abbiamo il reso perchè nel 1998 siamo nati come libreria, il fatto di essere specializzati nel fumetto è iniinfluente, per il gigante Meli siamo e rimaniamo tali.


Salvatore Rizzuto Adelfio, Altroquando, Palermo
Della Coconino prima prendevo quasi tutto, almeno 1 copia. Adesso solo su ordinazione. Gli altri editori BD, J-pop, Comma22 e soprattutto GP non li ordino più. Della GP qualcosa è presente perchè arriva dalla distribuzione da edicola.


Roberto Palaia, Fumettopoli, Reggio Calabria
Devo segnalare che l'intera gamma dei titoli degli editori passati a Meli ha avuto un drastico calo di vendite. Più del doppio per quanto riguarda le novità, in quanto il lettore è totalmente all'oscuro delle uscite, nonostante i miei sforzi nel promuoverli. Alla fine il tempo impiegato non vale la pena per il rientro economico che si ha.
Anche per gli arretrati la situazione seppur leggermente migliore, di mese in mese, vedo sempre un peggioramento. Tempi molto lunghi per i rientri e il clienti si scoraggia facilmente fino a non ordinare più i titoli degli esclusivisti Meli.
Editori come Tunué, Comma 22, Coconino, GP, BD, sono oramai scomparsi nella mia Fumetteria. Prima del passaggio a Meli avevo delle vendite non esagerate, ma comunque costanti.
Adesso solo Jpop continua a vendere, ma sempre in costante calo. Ritengo che concluse le serie in corso, il cliente si fermerà ad acquistare questa casa editrice. Mi auguro di no in quanto la JPOP (come la BD) mi ha dato sempre grosse soddisfazioni, in termini di vendita e grande disponibilità con l'editore.
Molto materiale lo porto solo su ordinazione. Son stato costretto tagliare questi editori semplicemente per motivi di tempo. Non si può perdere 15 minuti per controllare se un solo titolo risulta in ordine. per poi perdere altri 15 minuti per ricontrollare un altro titolo e così via.


Max Favatano, Mondi Sommersi, Lecce
Parlando a nome della mia attività, le vendite sono peggiorate, direi azzerate. A parte qualche eccezione, come Jpop e qualche titolo GP, del resto non prendo più nulla. MeLi non mi vuole come cliente da quando gli ho fatto notare che i diritti di una "fumetteria" sono IDENTICI a quelli di una libreria, in quanto alla camera di commercio, l'unico luogo a far testo per identificare un'attività commerciale la mia libreria (come certamente quasi tutte le altre) figura esattamente come la Feltrinelli. E mi hanno tagliato fuori sia come libreria che come fumetteria :)
Con il felice appoggio degli editori di fumetti si sono inventati questa differenzazione tra le attività, annullandone il reso (a tutti) e tagliandomi fuori dalla distribuzione. Per fortuna già non si vendeva molto di questi editori, ora dal mio negozio sono quasi scomparsi. Investo su altro e buona lì, contenti loro contenti tutti.
Per i titoli che prendo di Jpop e GP ho ridotto tutto a quanto mi ordinano i clienti e li prendo da altri subditributori e/o colleghi grazie all'AFuI. I clienti man mano vedo che stanno completamente abbandonando anche questi due editori, che nel mio negozio erano baluardi del manga, spostandosi su Goen e le solite Panini e Star Comics. Francamente non vedo l'ora che il passaggio sia totale, così non avrò più a che fare con questo delirante modo di lavorare e di essere presi in giro da parte di questi mostri del marketing.


Susanna, libreria RenComics, Torino
Innanzitutto vorrei ringraziare Francesco per questa opportunità e per gli articoli che pubblica sul suo blog. Essendo io stessa ancora inesperta in questo lavoro, devo dire che mi risultano molto istruttivi. Ma parliamo di Meli.
All'inizio non capivo bene il funzionamento di Meli e, devo ammettere, che tutto mi sembrava molto confuso; soprattutto in considerazione del fatto che Pandistribuzioni mi ha "viziato" non poco con il suo sito ordini, rendendo il mio lavoro più semplice. Tornare ai form in excel è stato un incubo. E lo è ancora in realtà. Faccio fatica e sono sempre in ritardo. A causa di questo sistema contorto, ho sempre trascurato molto gli editori trattati da Meli, e ad oggi posso dire, sbagliando.
Meli in realtà mi ha aperto un mondo. Ho compreso diverse cose legate alle fumetterie, e se a Francesco non dispiace, vorrei sfruttare quest'occasione per rispondere personalmente agli editori che hanno espresso il loro parere in un articolo del blog. Sono pienamente d'accordo con Daniele Brolli quando dice che il sistema distributore/libraio andrebbe riformato in toto. Pienamente d'accordo. Credo sia ora di eliminare l'idea di 30 anni fa, che vedeva le fumetterie come negozi atti unicamente al collezionismo, dove tra un negozio e una bancarella, non fosse per i costi di gestione, non c'era differenza. Oggi le fumetterie sono librerie a tutti gli effetti e dovrebbero avere lo stesso tipo di trattamento economico di qualunque libreria. E' come se alle librerie specializzate in viaggi (negozi che ultimamente vanno molto, non chiedetemi perchè) venissero applicate condizioni diverse di qualunque libreria. Già, la fumetteria essendo incentrata in un ambito collezionistico può trattare l'usato. Ma cari editori siete proprio certi che sia così? Avete mai visto il form degli studi di settore di una fumetteria? Secondo me no. Certo, la fumetteria può vendere l'usato, come qualunque altro negozio, ma, per legge, almeno a Torino è così, per poterlo fare necessita di una autorizzazione espressa del Comune. Quando ho sottolineato questa cosa a chi sta dall'altra parte mi è stato detto che tanto l'usato non lo si scontrina, di conseguenza non risulta l'entrata e neppure l'uscita. Volevo una katana!!!!!!!!!!!!!!
A parte che la legge dice che il materiale librario non è soggetto a scontrino, quindi gli scontrini sono affar mio, ma mi chiedo, qui parliamo di attività commerciali o del mercato saraceno???????
Scusatemi, forse sto divagando, ma non posso credere che esistano delle visioni così fuori dalla realtà (forse allora siamo al mercato saraceno!!!!!!!!), qui non si vuole vedere perchè non conviene farlo.
Quindi, visto che poi vi annoio, se si tratta di una fumetteria per come la intendete voi, usato, nuovo, collezionismo e bla bla, fate come volete voi, ma se si tratta di una libreria specializzata in fumetti, che quindi non tratta usato, non tratta il collezionismo e chi ne ha più ne metta, deve avere le stesse condizioni da libreria.
Pertanto prima di stereotipare il mercato secondo i vostri metri astrusi, almeno prendetevi la responsabilità di controllare le visure camerali, invece di fare di tutta un'erba un fascio secondo i propri comodi.
Un'ultima cosa per Emanuele: è vero, i nostri fatturati sono bassi, ma con questo sistema ingrassiamo solo gli editori; io, personalmente, non rischio su un sistema che mi penalizza e che consapevolmente mi impedisce di crescere.

mercoledì 25 luglio 2012

Momenti di Gloria #7


QUI trovate i precedenti post!

Prezzi
Un ragazzino mi chiede il prezzo di un fumetto.
Beh... voi direte: "E allora?"
Peccato che è il secondo giorno che gli spiego il concetto di prezzo di copertina.
Allora cambio metodo. "Vedi -gli faccio, indicando il codice a barre, sopra al quale è indicato il prezzo- tu sommi tutte le singole cifre del codice a barre, dividi per tre ed hai il prezzo. Oppure puoi leggere qui sopra, le cifre dietro questo strano simbolo, che sembra una C con un = in mezzo".
Tutto contento, va a spiegare all'amico il metodo...

E due...
Lo stesso: "Comprate fumetti?".
"Dipende: cosa hai?".
"Dailandog -e aggiunge il titolo- l'ho comprato dal giornalista".

Aridanghete
Sempre lui, sempre stesso giorno (spero di riuscire a fidelizzarlo, mi darebbe un sacco di spunti per il blog!):
"Senti ma...".
Lo interrompo: "Una curiosità -viste le tante difficoltà logico/verbali- ma sei italiano?".
"No... Si... No... sono di Napoli".
"Ah... razzismo al contrario?".

Pronuncia
Due clienti discutono di "Dailandog".
Uno interviene: "
Si legge DILAN Dog"!
"Finalmente"", penso...
E poi si lancia in una ricca spiegazione, condita dall'affermazione che "Se c'era la A, si leggeva DAIlan, ma siccome non c'è..."
Sic.

Chiaroveggenza
-"Conosci qualcuno che vende gadget dei fumetti...?"
Proviamo a tirar fuori qualche nome...
-"No perché ho visto un volantino... Mi sapresti dire l'indirizzo?"
-"Ti ricordi il nome del negozio?"
-"No".
-"Hai visto un volantino, non ti ricordi il nome dell'attività, l'indirizzo, e dovrei dirtelo io?"
-"Eh... andavo di fretta!!"

lunedì 23 luglio 2012

Editori Creativi #5: Gli errori degli altri


Spesso si da la colpa agli altri.
Anzi: diciamo che è un abitudine, e non solo nel nostro settore.
Sono un editore: se vendo poco, è colpa delle fumetterie.
Il distributore dirà: se non riesco a fare il mio lavoro, sarà colpa degli editori miopi e delle librerie ignoranti. Non indaghiamo, poi, sui destinatari delle lamentele di queste ultime, che stanno sempre tirar fuori problemi...
Capita, però, che talvolta qualcuno si prenda le proprie responsabilità.
Più raramente, magari, può anche riuscire a porre rimedio a qualche errore.
Ma, in un numero imprecisabilmente piccolo di casi, può anche succedere di risarcire danni fatti da altri.

Leggete QUI cosa farà Bao Publishing.
Se ne parla anche QUI sul blog dell'amico Max, dal quale riporto il passaggio che ci interessa, riguardo l'integrale di Echo di Terry Moore: "Se, come pensiamo, il volume di 600 pagine si venderà a 27 euro, a quanti ci manderanno una foto comprovante il possesso dei quattro volumi della precedente edizione noi accorderemo uno sconto di 5 euro sull'acquisto della nostra edizione. Questo verrà applicato mediante un codice-sconto in caso di acquisto online dal nostro sito, o tramite l'emissione di un voucher numerato in caso di acquisto in una fumetteria. I librai potranno raccogliere i voucher e trasmetterli al nostro distributore, che si farà carico di far avere loro le copie a prezzo ridotto. Ripeto: lo facciamo per agevolare i lettori "scottati" dalla precedente gestione della licenza, sperando di fare una cosa gradita. A 22 euro a copia, l'integrale costerebbe meno dei 25,80 euro necessari per acquistare gli ipotetici volumi 5 e 6 della versione precedente."

Riassunto: Free Books inizia la pubblicazione di Echo. Quattro volumi, 12,90 cad.
L'opera intera è di sei tomi.
Free Books chiude? Cessa le pubblicazioni? Smette di pubblicare solo Echo?
Non lo sappiamo, perché già è rara la pubblicità per le cose che si fanno, in questo settore, figuriamoci cosa dovrebbero fare i
desaparecidos...
Diciamo: sul più bello, Free Books "sviene" e lascia il campo.
Interviene la Bao Publishing, che decide di non continuare l'opera, ma di ripubblicarla tutta, e di farlo a modo proprio. Volume unico, costo contenuto.
Poi l'annuncio: chi dimostrerà di avere gli albi della precedente edizione, avrà uno sconto nell'acquisto del tomo unico, sconto che porterà il prezzo ad essere uguale a quello che, i clienti della compianta (eh?) Free Books avrebbero pagato per i due cartonati mancanti, se quest'ultima avesse portato a termine la serie. I lettori, invece di avere una serie incompleta, la avranno, e tutta, senza spendere nulla di più del preventivato.
Da noi contattato, Michele Foschini, il guru della Bao, ha affermato che anche le fumetterie verranno coinvolte nell'offerta, con modalità da definire.

Correttezza, rispetto dei clienti e dei partner commerciali sono possibili.
E non solo in un mondo ideale.
Bravi.


E non dimentichiamo la lezione che, Sonny, nello splendido e misconosciuto Bronx, ci lascia...



"E' uscito dalla tua vita con 20 dollari: è un affare".
Per liberarci della Free Books, invece, non abbiamo speso nulla...

venerdì 20 luglio 2012

Emanuela Lupacchino e l'X-Factor


Quattro chiacchiere con Emanuela Lupacchino che, domani sabato 21 luglio 2012, sarà da Antani Comics per incontrare i propri fan e presentare le storie di X-Factor da lei disegnate, pubblicate in Italia sul volume autoconclusivo di X-Factor (X-Men Deluxe presenta nr. 208).


Nel 2009, a novembre, fosti la prima autrice da me ospitata dopo l'inaugurazione del negozio. Se non erro, all'epoca eri disoccupata. Cosa successe, poi?
Si, in quel periodo avevo appena terminato "L'Insonne" ed ero alla ricerca di un progetto. Poi ho accettato una piccola collaborazione con Soleil per una storia breve e subito dopo ho ricevuto la proposta di lavorare su X-Factor dalla Marvel.

Quanti numeri hai fatto di X-Factor? Come ti sei trovata con Peter David?
Circa 15 numeri, praticamente un anno e mezzo di lavoro su X-Factor. Lavorare con peter David vuol dire avere l'essenza dello storytelling in 4 righe, la sua sceneggiatura è veramente brillante. E in più lavorare sulle sue storie è divertiento garantito. I personaggi sono scritti in maniera da poterli riconoscere perfettamente anche solo dai dialoghi.

Poi cos'altro hai fatto e cosa stai facendo ora?
Dopo il lungo periodo su X-Factor sono passata al progetto del secondo volume della graphic novel di "Castle" con Brian Michael Bendis e Kelly Sue De Connik. Anche qui inutile dire che il team degli sceneggiatori era semplicemente favoloso.
Oltre Marvel ho lavorato per DC ed IDW, ho disegnato una storia breve di Superman pubblicata nel 2011 ed a breve usciranno altri lavori che ho portato avanti nell'universo DC ma che ancora non posso rivelare.
Ora sono in vacanza! Stiamo concordando i prossimi progetti, ma per ora mi prendo un piccolo break estivo.

Lo sketch più strano che ti hanno chiesto?
Un fungo!

A domani!
(QUI l'evento Facebook!)

mercoledì 18 luglio 2012

La rivoluzione Me.li. (1): dicono gli editori...


Un anno e mezzo fa è partita Me.Li. Comics, la branca di Messaggerie Libri (grande distributore delle librerie di varia) dedicata al circuito del fumetto. Un modo per essere capillare anche nel mondo delle fumetterie, secondo alcuni, per ghettizzarle e tenerle lontane da quello delle librerie "vere" e delle loro prerogative (reso?), secondo altri.
Come sta andando il progetto? Ovviamente... essendo tutto segreto, nel mondo del fumetto, la "verità vera" non la sapremo mai. Ma possiamo chiedere un po' in giro agli editori coinvolti, ed a quei chiacchieroni dei librai, che non si tirano mai indietro.

Quindi si inizia, ovviamente con gli editori: le domande sono più o meno lo stesse, con alcune variabili in base alle risposte che ci sono state date.Quello che ci premeva di più sapere, come scritto qui sopra, è come vanno le cose rispetto a "prima": un "prima" che, per tutti o quasi, si chiama Pan Distribuzione.

Buona lettura.



Emanuele Di Giorgi, Tunue.

Tunue è stato uno dei primi editori ad approdare a Meli, lo scorso anno.
In primis: quali erano i problemi con Pan?
Il viaggio per approdare a Messagerie è stato lungo. Da tempo cercavamo un distributore unico sia per le librerie che per le fumetterie per razionalizzare la logistica e i rapporti contabili. Già a novembre 2010, però avevamo mandato disdetta del contratto di distribuzione con Pan, perché avevamo chiesto loro due cose per noi ormai indispensabili:
-i dati di vendita non solo globali, ma per ogni singolo punto vendita;
-la possibilità di inserire il reso per particolari iniziative commerciali.
Purtroppo o per fortuna, poi vista l'entrata nel mercato di Meli, Pan non poteva rispondere positivamente alle nostre richieste, perché non erano previste dalle sue politiche commerciali.
Quindi alla naturale scadenza del contratto ossia maggio 2011 siamo passati in Meli. Una nota di merito però in questa situazione va fatta verso il vecchio distributore della libreria: CDA. Perché a marzo/aprile 2011 quando si prospettava la possibilità di poter firmare il contratto con Messaggerie Libri ci ha permesso di rescindere il contratto anticipatamente (sarebbe scaduto a dicembre 2011) senza applicarci particolari penali, se non quelle previste dal contratto e senza metterci i bastoni tra le ruote, ma anzi aiutandoci nel gestire il difficile passaggio del magazzino editoriale.

Come vanno le cose dopo oltre un anno?
Dopo un anno dobbiamo ringraziare il passaggio al nuovo distributore, perché altrimenti, forse non saremmo qui a parlarci. In generale è stato un periodo, che ci ha visti giorno dopo giorno conquistare il cuore della rete vendita, grazie alla cura e qualità delle pubblicazioni, alla forza e alla coerenza del progetto editoriale e a impeccabili materiali di comunicazione.

Lo rifaresti?
Certamente perché la forza che ha Messaggerie, soprattutto, nelle librerie è devastante. Logicamente è un periodo di crisi per tutti, ma proprio quando le piccole barche affondano nei mari in tempesta forse le grandi navi hanno maggiori possibilità di affrontare le burrasche.

Percentualmente, che differenza vedi con l'ultimo anno in Pan, se puoi dircelo?
Il nostro anno migliore in Pan è stato il 2010, mentre i primi cinque mesi del 2011 sono stati disastrosi (poi da giugno siamo passati in Messaggerie).
A questo dato si può dare due interpretazioni: il mercato stava crollando oppure avendo dato la disdetta da Pan Tunué non era più una priorità e quindi si è promosso di più qualcos'altro.
Tralascio quindi il 2011 ora se confrontassimo il 2010 Panini con i risultati di Messaggerie nelle fumetterie (e questo non me lo sarei aspettato) sono comunque migliori quelli di Meli! Quindi anche nel ristretto mondo della fumetteria il passaggio ci ha portato benefici, anche se limitati rispetto al grande incremento che abbiamo avuto il libreria.

Molte fumetterie sono - minimizzo - in polemica con Meli per problemi nelle consegne, sito inesistente, impossibilità di controllare gli ordini e tanti altri problemi, tra cui la mancanza di un reso totale, che sempre Meli concede in libreria di varia. Molti rinunciano a trattare con Meli.
Cosa ne pensi e come ti raffronti a questo problema?
Noi abbiamo dato mandato a Messaggerie di fare il reso e inoltre abbiamo lanciato, in collaborazione con la loro rete vendita, l'importante iniziativa Librerie amiche Tunué, che prevede agevolazioni di pagamento (180 giorni) e altri benefit. Si può migliorare, ma mi sembra che ci sia tutta la volontà di farlo:)

Domandona: quindi mi ufficializzi che il reso, da quest'anno, sarà totale per Tunue?
No non è totale, ma nei parametri che hanno comunicato loro per ogni casa editrice, anche se per noi andrebbe bene anche il reso totale!

Quindi è Meli che non da il reso totale sui vs albi?
Meli non riesce a gestire le singole realtà, perché ha una macchina organizzativa molto grossa e strutturata, per questo si muove a blocchi.

Per finire: quali sono le possibilità di crescita e cambiamento che vedi?
Questa è una domanda da un milione di euro, a cui mi fa piacere rispondere sperando di poter contribuire a alimentare il discorso e il dialogo sul futuro del settore.
Per le fumetterie o come mi piacerebbe chiamarle librerie dell'immaginario mi immagino che:
-amplino l'offerta inserendo romanzi (Harry Potter, Twilight...) ma anche saggistica tematica...
-amplino gli spazi,
-aumentino il fatturato,
-siano considerate librerie a tutti gli effetti, ma questo penso che potrà succedere solo se si raggiunge il precedente punto. Perché purtroppo il giro di affari della maggior parte delle fumetterie è veramente piccolo.

Grazie dell'opportunità di aver potuto raccontare il nostro percorso distributivo e rimaniamo a disposizione per ogni ulteriore confronto.




Daniele Brolli, Comma 22.

Comma 22 è stato uno dei primi editori ad approdare a Meli, lo scorso anno.
In primis: quali erano i problemi con Pan?
I problemi sono oggetto di una causa legale, quindi non posso risponderti in merito.

Come vanno le cose dopo oltre un anno?
La distribuzione MeLi, per sue caratteristiche e storia, non riusciva a rispondere alle necessità di Comma 22, si è deciso quindi di procedere consensualmente a una separazione per quanto riguarda il solo ambito delle librerie specializzate (nota di Antani: quando è stata fatta questa intervista, la notizia non era ufficiale...).

Lo rifaresti?
Certo. La serietà MeLi non si mette in discussione.

Chi vi distribuirà?
Al momento non è stato ancora deciso. stiamo vagliando le offerte.

Come mai ai negozi non sono arrivate comunicazioni ufficiali? Come possiamo gestire gli ordini in questo modo?
La casa editrice non ha rapporti diretti con i librai, quindi non è a noi che vanno chieste comunicazioni ufficiali. D'altra parte ci sono tempi burocratici, quindi penso che la comunicazione avverrà a giorni.

Percentualmente, che differenza vedi con l'ultimo anno in Pan, se puoi dircelo?
Non saprei dare una risposta serie a questa domanda perché le variabili sono tante, prima fra tutte i tempi di crisi.

Molte fumetterie sono - minimizzo - in polemica con Meli per problemi nelle consegne, sito inesistente, impossibilità di controllare gli ordini e tanti altri problemi, tra cui la mancanza di un reso totale, che sempre Meli concede in libreria di varia. Molti rinunciano a trattare con Meli.
Cosa ne pensi e come ti raffronti a questo problema?
Come già detto, non riguarda più Comma 22

In particolare: Comma 22 al momento è l'unico a non concedere alcun reso. Perché?
Cambierà questa cosa?
In passato Comma 22 non ha concesso nessun reso alle fumetterie perché le stesse potevano avviare con MeLi un contratto per la varia, cosa che alcune hanno fatto. Per semplificare un discorso che sarebbe lungo e forse impossibile da fare vista l'aggressività di alcune parti in campo, credo che non si possano chiedere i vantaggi delle fumetterie e quelli della varia insieme, tanto varrebbe, in alcuni casi, mettere una banconota dentro un volume e regalarlo all'utente finale: i costi per l'editore in termini di percentuali, spedizioni e lavorazioni diventano impossibili. In sostanza, se hai più da una parte, devi calare dall'altra. Sempre che tu sia un editore puro, che deve far quadrare i conti con quello che vende.

Tu dici che le fumetterie non possono avere anche i vantaggi della varia.
Ma quali sono i vantaggi delle fumetterie, rispetto alla varia, allora?
Perché Meli "blocca" le fumetterie: pur essendo queste ultime, merceologicamente e legalmente, delle librerie, non possono passare per il canale di queste ultime, ma devono farlo da quello della distribuzione del fumetto.
Ciò crea una disparità.
L'unico vantaggio della fumetteria sulla varia sono 2-3 punti medi, se ci sono, di sconto. Questo a fronte di reso e promozione del tutto diversa.
Sbaglio?
Scusa, ne so poco. Ho sempre detto che ci vorrebbe un tavolo comune per discuterne. E, come sai bene anche tu, in tutta franchezza il problema sono anche alcuni (forse, mi dispiace dirlo, molto più che alcuni) tuoi colleghi: che non sanno parlare in italiano (e non si capisce perché non conoscendo la lingua vogliano commerciare in qualcosa che con la cultura ha a che fare); che invece di parlare abbaiano; che non sentono ragioni perché non capiscono ragionamenti commerciali effettivi ma solo la paura un po' animale di perdere il proprio tornaconto (senza riflettere sugli aspetti del cambiamento in atto)... Non penso che tu abbia difficoltà a essere d'accordo con me: bisognerebbe riformare la classe dei librai. Infatti, se i librai fossero coesi, consapevoli, capaci di avere uno spirito di gruppo, le cose funzionerebbero meglio per tutti. Ci sono librai che prima si lamentano ma se riescono poi a strappare qualcosa per sé col cazzo che aiutano i loro colleghi. E magari se sapessero anche cos'hanno in negozio e non facessero la voce grossa con i piccoli e non si genuflettessero davanti alle major. Sempre problema di coesione, anche qui. Sei d'accordo?

D'accordissimo.
Ma, come dici tu per la questione della comunicazione del vostro divorzio da Meli "non spetta a me farlo".
I problemi dei librai sono tanti, e tutti veri. Ma non si può pensare di risolvere le cose iniziando con le utopie: è difficile coalizzare teste diverse, che lavorano in ambiti diversi, in modi diversi, con condizioni diverse: non siamo minatori, tutti uniti da mattina a sera.
Se, però, già gli editori ed i distributori facessero il loro, di lavoro, tutto sarebbe diverso, no?
Sarebbe almeno un inizio...

Sai, probabilmente è dovuto al fatto che i contratti sono in viaggio e sarà ufficiale a giorni... Questioni burocratiche. Non ne farei un problema nel caso specifico. Poi per il resto è vero che il distributore tende a fare soprattutto un lavoro di intermediazione, e che spesso questo lavoro è solo a suo vantaggio. Ma questa è un'altra storia, non prenderei questo caso come esempio. Direi che andrebbe affrontato il discorso per quello che è.

Per finire: quali sono le possibilità di crescita e cambiamento che vedi?
Nessuna. l'unica speranza al momento è l'azzeramento del sistema. disposto ad accettare tutte le conseguenze che possono derivarne anche per noi. Così c'è troppa ottusità nel sistema, troppa egemonia, poca chiarezza e spesso zero onestà intellettuale da parte di molti.






Francesco Meo, GP Publishing

GP è stato uno dei primi editori ad approdare a Meli, lo scorso anno.
In primis: quali erano i problemi con Pan?
FM: Non solo noi di GP siamo stati il primo editore a scegliere Meli come partner per la distribuzione nel canale specializzato, ma abbiamo anche messo a disposizione la nostra expertise e le nostre risorse per creare di fatto la rete commerciale e la promozione. Fra gennaio e febbraio 2011, io, Enrico Ventura, Alessandro d’Alessio, Luca Baboni e soprattutto Enrica Ruffini abbiamo contattato e anagrafato gran parte dei clienti che hanno scelto di rifornirsi dal principale distributore librario italiano. E se oggi altri editori beneficiano dei servizi di questo eccellente partner è proprio grazie a questo lavoro “dal basso” che abbiamo realizzato noi (e lo dico con tutto il rispetto per le indiscutibili professionalità dei manager di Meli, Meli Comics e dei loro consulenti, sia chiaro).
I problemi non erano con Pan, i problemi erano con tutti e 3 gli operatori della distribuzione che si erano accordati per rafforzare le proprie prerogative soprattutto nei loro stessi confronti e nei confronti del loro rispettivo editore di riferimento. Questa situazione di monopolio andava spezzata, questo era chiarissimo a me e ad altri addetti ai lavori (che per correttezza non cito) già nella primavera del 2010. Diciamo anche che all’epoca in Panini Comics e Pan era in corso un ripensamento e un rimescolamento delle funzioni interne all’azienda dovuto all’uscita di alcuni manager e credo che Panini avesse deciso che era giunto il momento di modificare, dopo molti anni, il meccanismo della vendita diretta i cui oneri, a suo modo di vedere, erano troppo sbilanciati sulle spalle del distributore soprattutto sulle scorte, ma anche sull’economico e il finanziario. La cosa di per sé era rispettabilissima, ma le condizioni che Pan ci aveva proposto per un (pur buono, diamo a Cesare quel che è di Cesare) servizio chiavi in mano erano troppo onerose e opache dal punto di vista delle informazioni sulla rete. Al tempo stesso, strategicamente, GP aveva necessità di essere indipendente perché con l’entrata nel gruppo di Enrico Ventura avevamo deciso di essere noi i registi delle logiche commerciali, promozionali e, di conseguenza, della catena del valore.

Come vanno le cose dopo oltre un anno?
FM: GP è cresciuta molto, sia come programma editoriale che come fatturato. Il consiglio d’amministrazione ci ha chiesto di crescere ulteriormente nel prossimo esercizio. Sarà un’annata – ehm - interessante.

Lo rifaresti?
FM: Certamente.

Percentualmente, che differenza vedi con l'ultimo anno in Pan, se puoi dircelo?
FM: Potrei anche dirti la % esatta, ma non sarebbe un dato realmente significativo se non per una pruderie numerica. Il miglioramento delle nostre performance è dato da un’insieme di concause (brand, licenze, programma editoriale, catalogo, competenze, saving, staff…), limitarsi alla distribuzione sarebbe riduttivo e nemmeno corretto nei confronti dei ragazzi di Pan. Siamo cresciuti parecchio comunque.

In cosa può e deve migliorare Meli, dal vostro punto di vista?
Nel sito per la gestione degli ordini.

Molte fumetterie sono - minimizzo - in polemica con Meli per problemi nelle consegne, sito inesistente, impossibilità di controllare gli ordini e tanti altri problemi, tra cui la mancanza di un reso totale, che sempre Meli concede in libreria di varia. Molti rinunciano a trattare con Meli.
Cosa ne pensi e come ti raffronti a questo problema?
FM: Hai messo insieme molti temi, alcuni dei quali mi sembrano più di pertinenza di Meli che di GP (che di Meli è cliente, ricorda, non emanazione). Comunque sia. L’affermazione “Molti rinunciano a trattare con Meli” mi sembra troppo vaga e un po’ tendenziosa, Francesco. Essendo io il promotore dei miei prodotti, so esattamente quante copie ha comprato il cliente X, quando le ha comprate, quando ha smesso, quando ha ricominciato o, banalmente, se ha aderito a una qualche centrale di acquisto. Non mi risulta di aver perso così tanti clienti negli ultimi mesi, anzi a dire il vero abbiamo aumentato le anagrafiche.
Al tempo stesso penso che sarebbe stupido e arrogante da parte mia non dare retta alle voci e alle richieste dei clienti e degli operatori. Siamo perfettamente consapevoli della natura e della qualità dei problemi di Meli e, credimi, ne sono perfettamente consapevoli anche in Messaggerie. Non credo sia necessario portare acqua al loro mulino, ma la dirigenza Meli – Claudio Fanzini in primis, ma anche tutta la prima linea – è impegnata in prima persona a dare risposte concrete alle lamentele che sono arrivate. Vedrai che presto arriveranno le risposte che cerchi e io sarò il primo a gioire del miglioramento del servizio. O ad arrabbiarmi assieme a te e ai tuoi colleghi se non riusciremo a ottenere le risposte che ci aspettiamo. Inoltre lo staff GP, Enrica in testa, è a disposizione dei clienti per dare una mano su ogni tipo di problematica.
Per quanto riguarda il reso. Posto che mi sembra sempre più la battaglia di una minoranza di operatori, posto che noi per occasioni speciali il reso totale lo abbiamo concesso (come ben sai), posto che esiste Fastbook, mi permetto di fare una brevissima considerazione sulla tipologia di negozio che abbiamo chiamato “Fumetteria” e che la rende diversa da una libreria (so che mi attirerò antipatie, ma tant’è il tema è vasto). Il tuo negozio, a differenza della libreria Alterocca di Terni, gode di scontistiche nettamente superiori. Nel tuo negozio, a differenza della libreria Edison Bookstore di Terni, fai compravendita di materiale usato (anzi è probabilmente lì il tuo vero guadagno, ipotizzo). Il tuo negozio, a differenza della libreria Goldoni di Terni, è specializzato. Insomma, tu vorresti essere trattato come una libreria, ma vorresti contemporaneamente continuare a fare l’usato, a decidere tu i prezzi sulla base delle richieste dei collezionisti, vorresti comunque le promozioni, i cut price, eccetera. E io penso che tu faccia bene a chiederlo (se facessi il tuo lavoro anche io cercherei di portare a casa le condizioni migliori possibili), ma non mi sembra moralmente giusto, se non ottieni tutto quello che vuoi, accusare l’interlocutore di essere scorretto o di trattarti scorrettamente manipolando artificialmente il tuo statuto.
Inoltre. Sai quanto fatturato hanno perso le librerie negli ultimi mesi o banalmente il delta negativo rispetto allo scorso anno? Sei sicuro che sia quella la direzione che vuoi dare al tuo business? Sei sicuro che le fumetterie abbiano la tenuta finanziaria (o la forma mentis) per affrontare il tema del reso intero? Io mica tanto. Anzi, vista la stabilità dimostrata in questo periodo così critico dal “sistema fumetteria” mi sembra una visione suicida andare a modificare gli attuali parametri commerciali.

Per finire: quali sono le possibilità di crescita e cambiamento che vedi?
FM: Credo che la crescita sia direttamente proporzionale alla capacità finanziaria degli editori di migliorare i propri prodotti e le proprie funzioni commerciali, sommata alla capacità delle rete di migliorare il punto vendita, renderlo più attraente e commercialmente competitivo, sommata alla volontà del distributore Meli di capire le particolarità ambiente in cui opera reagendo con maggiore tempestività.


Qui la seconda parte, dedicata ai librai del fumetto che ci hanno risposto.

lunedì 16 luglio 2012

Lucca no. (3)



Non volevamo tornare a parlarne, dopo averlo fatto una prima volta.
Ma, come era effettivamente giusto, poi lo abbiamo fatto.
Ora: il nostro silenzio non è dovuto a noncuranza o, peggio, alla volontà di dimenticare o di accettare che altri lo facciano.
Sull'argomento torneremo. Si che torneremo. Perché pensiamo - contrariamente a molti altri - che certe cose possano e debbano interessare a tutti.

Lasciate che alcune cose facciano il loro corso, e ne riparleremo.

Perché ora, per me, vale assolutamente la pena farlo.

giovedì 12 luglio 2012

Grosso è bello: come saturare il mercato


Erano gli anni '90.
Molti vorranno dimenticarli, ma non si può.
Sono esistiti.
E, negli anni '90, il mercato USA, visse un momento di congestione. Protagonista, soprattutto la Marvel: tanti piccoli indipendenti, Valiant, Image, Malibu, stavano sfornando nuovi titoli, a decine al mese. Talvolta brutti, ma spesso belli e di buona qualità. Vedendoli oggi, pochi se ne salvano, ma ad esempio l'Image aveva un'ottima grafica, la Malibu qualche bella idea. La Valiant entrambe le cose, e sembrava fatta per durare. La DC risposte con le "morti" di Supes e Bats, mentre la Marvel, appunto, dopo aver perso tanti degli autori che aveva contribuito a lanciare, buttò sul mercato una marea di serie e miniserie, molte delle quali orrende. Ricordate, che ne so, i vari trimestrali di X-Men, Fantastici quattro e Spider-Man, o i Secret Defenders, o anche l'oblio di gran parte delle serie degli Avengers di quel periodo.
Tutto questo era solo una mossa per ingolfare il mercato, puntando sulle cover "truccate" e "da collezione" che, alla fine, si, vendevano, ma si scoprì poi solo ai negozianti...

La situazione italiana di metà anni novanta, era parzialmente simile. Marvel Italia, appena nata, aveva raccolto la ventina di uscite che Comic Art, Play Press, MBP e soprattutto Star Comics mettevano insieme, cercando di razionalizzarle e rilanciarle. Nel breve periodo, si salì a oltre trenta. Nel frattempo, gli ex licenziatari dei diritti DC, lanciarono sul mercato, spesso in modo indiscriminato, tutti quegli universi narrativi che stavano nascendo negli USA. L'indimenticata (ed indimenticabile) Play Press, che da poco aveva per intero i diritti della DC Comics, fece lo stesso.
Risultato? Nel 1992, vado a memoria, se andavi in edicola trovavi, a stento, una decina di uscite USA. Nel 1995 ben più del triplo, cui stavano per cominciare ad aggiungersi i volumi da libreria (Magic Press con Vertigo, ad esempio). Il mercato non seguì le aspettative, e tutto si sgonfiò, con morti e feriti: Star Comics chiuse il suo settore USA (definitivamente, tranne una breve e tragica parentesi qualche anno dopo), Play Press ridusse il tutto alla sola DC, e sempre più alla sola fumetteria. Sparì -anche per altri motivi- Comic Art.
Questo destino non toccò alla Marvel Italia, che andò avanti, tra alti e bassi e, quasi venti anni dopo, è padrona quasi assoluta del mercato, col nome di Panini Comics.

A cosa ha portato, alla fine, dopare il mercato? Sicuramente alla disaffezione del cliente, magari alla chiusura di qualche negozio. Molto probabilmente, non ha contribuito a creare lettori, non duraturi almeno.

Ora, la Panini, invade il mercato nuovamente.
Nell'ultimo anno o due, ha lanciato una marea di nuove serie, soprattutto USA.
Sicuramente questo è dovuto al proliferare dell'editore americano di riferimento, ed all'acquisizione di nuove realtà (come la Boom), ma in gran parte è in atto una strategia: riempire il mercato, saturarlo di proposte. Ecco qui le nuove uscite, le variant, i pack, i tanti manga, gli aumenti di prezzo di quest'ultimi ma con una carta nuova, che li porta a raddoppiare lo spessore, i tanti formati, sempre manga, giganti, dai "gold", ai "collection deluxe", in un trionfo di aggettivi e sostantivi figosi.

Perché? Perché la Panini sa di essere il top, sa che la gente e i negozianti comprano il suo materiale -spesso- a scatola chiusa. Sa che, se un negozio espone i suoi -ipotesi- venti titoli, può esporne anche ventuno, venticinque, e trenta. E sa che le dieci uscite in più, non disponendo le fumetterie di negozi allungabili, vanno a scapito di altri editori.
Idem per gli arretrati. C'è chi ne ha già parlato, e bene.
Dove prima mettevi tre Soul Eater, ora ne metti due.


Niente di illecito: ogni editore decide le proprie politiche commerciali, e ad averne di altri come loro che pubblicano quello che annunciano, che hanno un piano editoriale, e sono abbastanza coerenti. E vendono. E per questo vincono, e con distaco. Più per demeriti altrui che per meriti propri, ma questo è un altro discorso.
Ma i problemi rimangono: perché se due anni fa le le dieci/quindici uscite Marvel vendevano un tot, oggi le venti/venticinque, tra serie e speciali, che l'editore modenese stampa per edicola e fumetteria (non contando i soli volumi per quest'ultimo circuito), vendono dal 20% al 30% di meno. Chiedetelo ai librai, quando non sono impegnati a rispondere alle interviste "vatuttobeneètuttobello" che fanno certi cataloghi (rimpiango "Parola di Libraio")...

Per finire: rimedi?
Per il lettore: comprare con attenzione. Finalmente su Anteprima (che è possibile scaricare dal sito Panini, almeno per le uscite di quest'ultimo), ci sono i "contenuti", almeno per le serie USA, degli albi italiani. Idem -da tempo- su Mega.
Prenotare, quando si è sicuri. Non esitare a tagliare, se non piace e se ci si sente presi in giro. I fumetti stanno diventando come le tasse: non si prova ad allargare il numero di acquirenti, ci si accontenta di vendere sempre più cose a sempre meno gente.
A prezzi sempre più alti...
Per i negozianti: beh... pensiamoci: lo spazio è poco, i soldi meno.
Conseguentemente, se le uscite aumentano, di numero e di volume occupato, e lo stesso fanno i prezzi...
Dicevo: lo spazio diminuisce, aumenta il volume delle uscite.
Dicevo anche: i prezzi salgono, e i soldi sono pochi.
Quanto fa due più due?

Certo... ci fosse il reso...

domenica 8 luglio 2012

NarniaFumetto intervista DAVE GIBBONS




Lo abbiamo intervistato noi: non c'è trucco, non c'è inganno.
E ve ne diamo alcuni spicchi, in anteprima, mentre la versione integrale della bella chiacchierata con l'autore inglese sarà pubblicata su www.narniafumetto.com mercoledì 11 luglio.

Tutto questo, prima di conoscerlo di persona, a Narnia Fumetto, l'8 e 9 settembre 2012.

L'intervista è stata realizzata da Luisa Rosati.
Si ringraziano Tommaso Menchini Fabris e Walter.

D:Troppe cose sono cambiate in più di vent’anni perché si possano fare paragoni: l’atteggiamento degli autori, la maturità (e a volte il cinismo) dei lettori, la situazione politica mondiale. Tuttavia, secondo lei quale potrebbe essere la “mezzanotte” che dei moderni Watchmen dovrebbero affrontare?
R:È una domanda interessante (...) Oggi, però, credo che si tratti più che altro di un insieme di “mezzenotti” minori, non so se mi spiego. Eventi di portata più limitata, come attacchi terroristici, portati con armi nucleari, biologiche o con munizioni di tipo più convenzionale. Credo che si sia perso il senso di una guerra fronte contro fronte, a vantaggio di una sensazione di corrosione sovversiva dei valori di quella che noi definiamo civiltà. A questo punto, non sono nemmeno sicuro che la “mezzanotte” esista. E credo che la situazione politica mondiale si sia diversificata molto, e certamente una delle superpotenze, la Russia, ha perso completamente la sua influenza sull’etica morale.

D:Come si è svolto il suo passaggio da disegnatore ad autore completo? Quali sono stati gli ostacoli maggiori che ha dovuto superare?
R: (...) Alcune opere sono state da me sia scritte e disegnate, e si è trattato di un impegno piuttosto gravoso, anche perché si potrebbe avere l’impressione di fare la stessa cosa due volte. Prima la evisceri ben bene scrivendola, poi ci passi sopra di nuovo da capo per disegnarla, e infine un’altra volta ancora per inchiostrarla. Uno dei problemi di noi artisti, infatti, è sentire che il proprio lavoro diventa stantio: ti sembra di avere già raccontato quella storia, o già detto quella battuta. In questo caso, diventa difficile. Io preferisco quando posso combinare lo scrivere per altri disegnatori con il disegnare storie scritte da altri, ed è quello che cerco sempre di fare, perché apprezzo moltissimo il processo di collaborazione, e ritengo che il prodotto finale che ne deriva sia spesso molto migliore delle singole parti. Mi piace quella sensazione di arricchimento reciproco che si ottiene quando si lavora insieme a qualcun altro.

D:Lei ha collaborato alcune volte con la casa di produzione di videogiochi Revolution Software. Qual è il processo creativo dietro al contributo di un fumettista alla lavorazione di un videogioco? Quali sono i passaggi, e, se ce ne sono, le difficoltà di adattamento delle proprie abilità? E come cambia il fumettista, alla fine?
R:L’aria che si respira nell’ambito dei videogiochi è la stessa che nel mondo del fumetto. Di solito si incontra lo stesso tipo di entusiasmo, e questo è fantastico (...)

D:Le polemiche (specie su internet) sembrano essere il pane quotidiano del mondo dei fumetti anche in Italia. Lei ritiene che si tratti di un aspetto di questo ambiente da cui non si può fuggire?
R:A mio parere, internet è un ambiente molto volubile e molto reattivo. Ogni questione può essere portata a livelli parossistici dalla gente che imperversa nelle discussioni con i tipici commenti esagerati. È facile fraintendere il tono di una discussione per iscritto, per cui io tendo a tenermi alla larga dalle polemiche su internet. Non ho veramente né il tempo né la voglia di farmi coinvolgere da tali discussioni. Mi piace rendere chiaro il mio pensiero quando è giusto farlo, e, anche se in questo momento ci sono alcuni argomenti su cui non voglio espormi, alla fine lo farò sicuramente (...)

D:Ultimo ma non ultimo: la nostra fiera del fumetto si è fregiata della presenza di molti altri autori internazionali come David Lloyd, Bryan Talbot e Alfonso Font. Tutti loro hanno avuto un’opinione molto positiva di Narnia Fumetto. Lei ha avuto da loro qualche tipo di feedback? O ha avuto magari qualche altro motivo per accettare il nostro invito?
R:Sono stato piacevolmente sorpreso dal vostro invito. Mi ricordo che Bryan Talbot mi raccomandò Narnia e ho sentito anche qualcun altro parlarne molto positivamente. È poi una zona veramente gradevole. Mia moglie ed io amiamo tantissimo viaggiare verso località interessanti mai viste prima, e siamo impazienti di vivere quest’esperienza. Per me sarà fantastico incontrare i fan italiani, chiacchierare con loro, rispondere alle loro domande, fare sketch e firmare autografi. Non vediamo l’ora di incontrarvi!
Grazie per la vostra intervista.Spero di non essere stato troppo opaco o evasivo nelle mie risposte…
ECCO LA VERSIONE INTEGRALE dell'intervista.