mercoledì 27 febbraio 2013

AVX: il crossover definitivo?



Avx è brutto, togliamoci il sassolino dalla scarpa subito.
Al momento in cui ne abbiamo letti cinque su sette (contando lo zero), possiamo dirlo.
Brutto come idea di base, brutto come realizzazione.
Disegni non all'altezza, almeno all'inizio, con un John Romita Jr che continua la sua involuzione, ma poi almeno in netto miglioramento. Edizione ben curata da Panini Comics, che sa come creare hype su un evento, con interviste, interventi, note ben fatte e una edizione di buon valore.
Ma la saga è brutta in sé.

Ecco i perché ed i percome.

Un po' di storia.
I crossover Marvel, sospesi per alcuni anni a cavallo del duemila, sono tornati ad essere di moda dal periodo Vendicatori Divisi/House of M. Di buon livello entrambi, un po' scarsine le storie collegate, sono serviti per rilanciare l'immagine dei Vendicatori (pardon... AVENGERS!), molto appannata dagli anni e da gestioni cervellotiche. Operazione riuscita, e per anni il titolo New Avengers (uno solo all'epoca... rimpiangiamo tutti quel periodo) è uno dei più interessanti dell'intero panorama supereroistico.
E si arriva a Civil War: bello per chi ama le scazzottate, buonissima l'idea di fondo (Iron Man, la responsabilità degli eroi, la necessità di sottoporre i superumani alla legge, contro Capitan America, paladino della libertà e delle libertà individuali). La realizzazione, però, è scarsa: la miniserie e noiosa, dopo una prima occhiata, e tutto l'evento in se risulta macchinoso e inferiore alle aspettative.
Le cose migliorano con L'Iniziativa, ma non di molto: Iron Man è ora capo dello Shield e delle forze di difesa del mondo libero, ed organizza CINQUANTA gruppi di Vendicatori, uno per ogni stato.
Brutto World War Hulk, un po' meglio Secret Invasion: ma sono due le impressioni che se ne traggono. La prima, positiva, perché si capisce che Bendis e compagnia hanno in mano una bussola e sanno dove andare, anche se la rotta può non piacere. La seconda, negativa, che i personaggi siano sfruttati per dire e fare cose al di là della loro indole, e spesso in contrasto con la loro caratterizzazione.
Il tutto poi, con una sensasione, massimizzata da Secret Invasion: ovvero che, a volte, basti leggere il primo e l'ultimo numero della miniserie principale per capire tutto, saltando i numeri centrali che sono inutili.
Una sferzata decisa è il crossover "non crossover" Dark Reign: Norman Osborn va al potere, il "male vince" (come diceva lo slogan di Crisi Finale di Morrison) e assistiamo agli eroi in ginocchio. Braccati, impotenti.
Assedio è forse il crossover più riuscito degli anni recenti: testi sempre di Bendis, disegni dell'ottimo Coipel, uno dei talenti più interessanti dell'ultimo decennio. La distruzione di Asgard, appena ricostruita (dopo il Ragnarock) dal redivivo Thor, porta la firma di Norman Osborn, leader incontrastato del mondo libero e dei suoi nuovi eroi, che in realtà sono in massima parte criminali "redenti" o sotto copertura. Soprattutto: è corto, solo quattro numeri. Il Dark Reign che finisce, e lo scontro con i "buoni": il ritorno di Capitan America, di Thor appunto, e dei veri Vendicatori. Da questo scaturisce L'Età degli Eroi: tre serie di Vendicatori (team principale, "Segreti" e "Nuovi"), una scuola per giovani (Vendicatori Accademia), spalmate su tre, poi quattro, testate italiane: Thor, Iron Man e Capitan America.
Tra l'altro, una gestione un po' confusionaria di Panini Comics, che non esita, come sempre nella sua storia, a spostare comprimari, e - abitudine recente - a cambiare titoli: "Capitan America" diventa "Capitan America e i Vendicatori Segreti", poi "Capitan America e Secret Avengers", quando l'editore si accorge, tre mesi dopo il film AVENGERS, che chiamare gli "Eroi più Potenti della Terra" "Vendicatori" è obsoleto, e reinventa tutte le testate italiane. Figuratevi, per fare un esempio limite, che la serie di IRON MAN, in poco più di quattro anni di vita, ha cambiato cinque titoli: partita come "Iron Man e i Potenti Vendicatori" all'epoca de L'Iniziativa, è poi diventata "Iron Man e gli Oscuri Vendicatori", quando durante il Dark Reign, Norman Osborn diventa Iron Patriot e fonda i suoi Dark Avengers, per poi diventare "Iron Man e i Vendicatori" durante l'Età degli Eroi, quindi dopo un attimo di incertezza (senza i "veri" Avengers migrati sulla nuova ed omonima testata), in cui sembra voler diventare "Iron Man e Avengers: Academy" (serie tornata su Iron Man dopo un periodo di vacanza in volumetti autoconclusivi, si stabilizza (per ora) in "Iron Man e gli Avengers"). Certo: immutabilità no, ma se Tex esiste da sessantacinque anni, e negli ultimi venti ha mantenuto una continuità grafica, una stabilità di impaginazione, di stile editoriale e corollari vari, ed è il più venduto in Italia, un motivo ci sarà...
E si arriva a Fear Itself. Dopo tanti crossover sbagliati, ma con la speranza derivante dal buon esito di Assedio. I primi numeri funzionano, la storia ha ritmo, i disegni di Immonen sono perfetti.
Ma poi si iniziano a perdere colpi; soprattutto, il risultato del crossover, i cambiamenti provocati, vengono vanificati nel giro di pochi mesi.

E qui una parentesi.
Per anni la Marvel non ha fatto crossover, dopo il bruttino (sono generoso) Maximum Security. Poi, questi eventi sono tornati di moda. A fronte di una DC che, negli ultimi dieci anni ha avuto, essenzialmente, Crisi Infinita, Crisi Finale e La Notte più Profonda, da House of M in poi, la Marvel ha iniziato a macinare eventi su eventi. Per qualche mese si preparava il terreno, poi partiva il tutto, quindi c'erano le conseguenze, che ponevano le basi per il successivo crossover. All'inizio, la gente, affamata di questi megaeventi, ci si buttava a capofitto: quattro o cinque anni fa, avevo moltissimi clienti - percentualmente - che mi dicevano tenere da parte per loro non solo la miniserie, quanto tutti gli speciali ed i numeri singoli delle serie collegate: un ottimo risultato. Ma il calo della qualità, l'abitudine di coinvolgere le serie italiane, pubblicando magari un solo episodio collegato su tre presenti sulla testata, e di fatto "annacquando" il tutto, ha stancato e sfiduciato il pubblico, che avrebbe, si, voluto LEGGERE tutto, ma non esser costretto a SEGUIRE tutto, anche cose che non gli interessavano.
Da qui la disaffezione.
E da qui la delusione per AVX.

S P O I L E R (per chi non ha ancora letto i primi tre capitoli di AVX).

Perché AVX non ha senso.
Non ha senso far scontrare Avengers ed X-Men: ricorda le fazioni di Civil War.
Non ha senso "superpotenziare" alcuni X-Men, e far loro prendere le redini del mondo: ricorda Squadron Supreme, per alcuni versi Watchmen, sicuramente, Authority. Tutto già visto, già letto. E chi lo ha fatto, ha spesso fallito.
Perché Alan Moore, a fine anni ottanta, ci ha dimostrato come vinca solo, alla fine, il supereroe/dio "non interventista": su Swamp Thing, giunto alla fine della sua gestione, il protagonista si chiede se mischiarsi agli affari degli uomini, salvare il mondo e l'ambiente, impedirebbe agli umani, un domani, di avvelenarli di nuovo. La risposta è no. Sostituirebbe solo un problema con un "tutor": affiderebbe l'uomo e la sua sopravvivenza a un "sovrano illuminato", quindi ad una dittatura - perché alla fine di questo si parla - che non può risolvere definitivamente i grandi quesiti. Ma, sicuramente, facendo sparire le libertà individuali, limitando l'azione del singolo individuo, impedirebbe la maturità sociale, la crescita individuale che è il fine ultimo di ogni utopia. Ecco perché sbagliano Ciclope e gli X-Men, ed ecco perché questo fumetto è inutile: argomenti già sviscerati, tutto già visto.
E questo vale anche per la Marvel. Negli anni novanta, il grandioso Peter David, mise il suo Incredibile (davvero!) Hulk di fronte ad un dilemma etico. Una sua ex "spalla", Jim Wilson (tra l'altro, nipote di Sam Wilson, alias Falcon) torna in scena dopo oltre dieci anni, ed ha l'AIDS. Quando sta per morire, Hulk lo porta con se al Monte, sede del Pantheon, la società segreta di cui è momentaneamente a capo il gigante verde (è una luuunga storia). Obiettivo: usare le risorse segrete ed ipertecnologiche della suo gruppo per aiutare l'amico.
Sul più bello, Sam Wilson chiede ad Hulk di salvarlo con una trasfusione di sangue: le radiazioni contenute in esso, avrebbero potuto, in teoria, aggredire il virus dell'AIDS e distruggerlo. Ma l'alter ego di Banner rifiuta: ufficialmente perché le conseguenze sarebbero potute essere imprevedibili, ma in realtà il messaggio di Peter David è diverso: di fronte a certe cose, i supereroi si fermano, sono "solo un fumetto". Non è precluso loro di spostare pianeti e distruggere imperi galattici, ma nulla possono contro le malattie ed i mali comuni dell'umanità.

(NDR: per chi volesse leggere queste storie - fermo restando che se siete amanti dei super-eroi o del bel fumetto in genere, e non avete letto l'Hulk di Peter David, non avete letto nulla - Devil & Hulk 7 e 27, pubblicati da Marvel Italia nel rispettivamente nel 1994 e nel 1996).

Almeno, leggendo questo crossover, abbiamo la netta sensazione che... "NULLA SARA' COME PRIMA" (si scrive necessariamente maiuscolo).
Almeno per un po'.
Almeno fino al... prossimo crossover. E già sarebbe qualcosa!
E con un Marvel Now dietro il primo angolo, ed un reboot Marvel di cui si vocifera da tempo, dietro il successivo... come non credere a questo slogan?



Volete leggervi dei bei supereroi "classici" scritti e disegnati come si deve? INVINCIBLE, della Image.
Altrimenti, si può sempre ripiegare - ma bisogna avere un bello stomaco - su THE BOYS, che sta uscendo in edizione economica.

venerdì 22 febbraio 2013

TWD 4 esce oggi in fumetteria





Ci è arrivata qualche giorno fa una comunicazione, tramite il distributore esclusivo di Saldapress, Alastor, da parte dell'editore.
Ora la pubblichiamo, con un breve commento finale.

"Buongiorno,
da colloqui intercorsi in questi giorni con il ns. distributore esclusivo per le fumetterie Alastor a riguardo della distribuzione di “The Walking Dead #4 - Un posto sicuro” (cioè, l’edizione a 2,90 euro di TWD) è emersa da entrambe le parti l’esigenza di inviare la presente comunicazione finalizzata a chiarire alla rete di vendita alcuni aspetti della tipologia di prodotto e della sua distribuzione.
Premesso:
• che il prodotto The Walking Dead a 2,90 euro nasce principalmente come prodotto destinato all’edicola (distribuito da PressDi) che, secondariamente, viene distribuito anche in fumetteria (da Alastor);
• che l’uscita mensile in edicola di The Walking Dead è fissata, in accordo con Press.Di al 15 di ogni mese comunichiamo che l’uscita di “The Walking Dead #4 - Un posto sicuro” in edicola è avvenuta in data odierna e che le fumetterie servite da Alastor riceveranno l’albo venerdì 22 febbraio.
Ci è invece impossibile determinare e comunicare quali saranno i tempi di distribuzione degli altri distributori che acquistano il titolo da Alastor per distribuirlo sulla propria rete di vendita.
Date queste necessarie premesse, ci preme ribadire che la contemporaneità di uscita con la fumetteria per questo prodotto è per noi impraticabile. Infatti, dato che Alastor consegna settimanalmente alla rete di vendita delle fumetterie i titoli che distribuisce in esclusiva (tra cui i nostri) il venerdì, va da sé che qualche mese il 15 sarà prima del venerdì e qualche volta dopo. E solo raramente il 15 cadrà di venerdì.
Invii ad hoc inter-settimanali graverebbero sulla logistica del distributore e quindi sui suoi costi.
È comunque importante sottolineare che:
• relativamente al marchio The Walking Dead la rete di vendita delle fumetterie ha da tempo un suo prodotto specifico che è la serie di volumi – di cui il quattordicesimo è di imminente uscita – da 12,50 euro, volumi sempre disponibili grazie alle ristampe. A questo si aggiungono gli speciali (e.g. quello dedicato al personaggio di Michonne), i Compendium, i volumi dedicati alle cover e via dicendo, tutti prodotti che, rispetto all’edicola, la fumetteria ha in esclusiva (non rispetto ad altri canali tipo le
librerie da varia – che comunque, vale la pena di sottolinearlo, li ricevono solo mesi dopo – e le librerie online);
• la logistica della distribuzione in edicola è tale che, fissata al 15 di ogni mese la data di lancio del prodotto, molte località italiane ricevono le loro copie solo 2/3 gg. dopo quella data, fino ad arrivare per alcune località ad un’uscita fino a 10 gg dopo la data di lancio. Questo significa che, volendo parlare di un presunto svantaggio della fumetteria rispetto all’edicola relativamente a questo prodotto – che, lo ripetiamo, nasce principalmente come prodotto destinato all’edicola – va considerato che in alcuni
casi avviene l’esatto contrario;
• l’edicola non può decidere quante copie del prodotto ricevere e quindi vendere: questo lo decide il distributore in base alla tiratura consegnatagli dall’editore e che ripartisce sul territorio italiano  rispettando un piano di distribuzione regionale concordato con l’editore stesso. La fumetteria può invece ordinare e ricevere da Alastor tutte le copie di cui ha bisogno per soddisfare le richieste della propria clientela;
• l’esposizione e la vendita del prodotto in edicola dura 30 giorni, senza possibilità per le edicole di riordinare gli arretrati della serie una volta trascorso quel periodo. La fumetteria può invece virtualmente vendere il prodotto all’infinito (= finché non sarà esaurito presso l’editore) con la possibilità quindi di soddisfare ogni richiesta di arretrati da parte della propria clientela.
Ringraziando Alastor per la collaborazione a inviare alle fumetterie la presente comunicazione e restando a disposizione per qualsiasi tipo di chiarimento, porgo a tutti i miei più cordiali saluti."


Evidentemente, non siamo solo noi ad essere perplessi per questa news. Qui ne parla un collega di Torino, qui l'amico Max di Lecce.
Da parte nostra non ci permettiamo di entrare nel merito delle scelte commerciali di un editore, almeno finché queste non vanno a discapito del nostro lavoro.
Perché alcune cose, francamente, non le capiamo, anche se va sottolineata la buona volontà dell'editore di metterci la faccia e di rispondere alle critiche apparse su Facebook.

In sintesi:
-perché l'editore non può anticipare la stampa, ed inviare al distributore da fumetteria qualche giorno prima, in modo da poter avere una uscita in contemporanea?
-perché, se l'uscita è il 15 del mese, e presumibilmente il distributore da edicola aveva il materiale un paio di giorni prima, quello da fumetteria non è riuscito a lavorarlo negli stessi tempi? Oltretutto, visto che Alastor dava il 4 in uscita il 15 febbraio, per farlo poi slittare al 22...
-perché questo comunicato arriva SOLO al numero quattro? Se alcune fumetterie (leggi: rompiscatole) non avessero chiesto insistentemente spiegazioni, sarebbe mai arrivato?

Si, le fumetterie avranno pure tutti gli arretrati, i volumi e i compendium.
Ma va detto che, in ogni caso, le vendite della novità PERSE a favore dell'edicola, non si recuperano, soprattutto considerando che i TP da fumetteria costano, proporzionalmente, il TRIPLO dell'edizione economica, ed hanno il solo vantaggio di essere appena più grandi, non il colore o la cartonatura, o il particolare pregio.
Oltretutto, il discorso di fondo, è anche di principio.
Forse aveva ragione qualche collega a dire, qualche mese fa, che un editore piccolo ha difficoltà a reggere il ritmo dell'edicola: e ne fanno le spese, ancora una volta, le fumetterie.

mercoledì 20 febbraio 2013

Due week-end di fumetto, a Terni

Maurizio Rosenzweig (a sinistra) e Matteo Scalera (a destra).
Poi non dite che non vi abbiamo avvisato...


Organizzare cose a Terni non è mai facile.
Specialmente se se si tratta di "roba culturale" o pseudotale...
Ma noi siamo cocciuti, e da anni ci proviamo. Prima con Fumetterni, poi con un corso di fumetto tenutosi nella primavera del 2011. Ora con un week end "intensivo" per chi i fumetti vuole assolutamente disegnarli, e non è del tutto digiuno.
I punti fondamentali:
-gli insegnanti: MAURIZIO ROSENZWEIG e MATTEO SCALERA;
-date/orari (questi ultimi indicativi): venerdì 22 marzo ore 20 circa; sabato 23 marzo ore 14 circa;
-abilità/caratteristiche richieste: non è un corso base, serve saper disegnare;
-età minima: 18 anni.

Si parlerà di linguaggio e valore temporale delle “unità narrative”, delle vignette, del il peso della closure nella narrazione; di storyboard e le linee dinamiche. Ci saranno spazi dedicati al disegno, ovvero realizzare una semplice pagina di storyboard, una semplice sequenza, ma che contenga tutti gli elementi necessari per raccontare spazio, tempo e movimento all’interno della tavola.

NB: stiamo cercando di organizzare anche un corso, simile come orari, ma più orientato alla "base" del disegno, per i più giovani. Se siete interessati, contattateci.

Per prenotazioni, richieste, domande, costi, interrogativi o quant'altro: info@antaninet.it, 0744.471523

Entrambi i corsi si effettueranno, se riusciremo ad avere un minimo di prenotazioni entro e non oltre lunedì 25 febbraio, presso la libreria del fumetto Antani Comics, in via Armellini 6, Terni.

Non sottovalutate questa opportunità.
Grazie.

Un momento del corso di fumetto del 2011

martedì 19 febbraio 2013

DK come Diabolik (2) - intervista a Mario Gomboli



Qui abbiamo intervistato Giuseppe Palumbo in merito al "nuovo" Diabolik.

Partiamo dall'intervista a Palumbo: è esatto quanto c'è scritto?
Sì. Impeccabile. Aggiungo che, dopo averlo letto, mi sono reso conto di quanto Tito, Giuseppe ed io abbiamo condiviso l’entusiasmo per l’”operazione DK”

Ci sono altre informazioni che possiamo aggiungere?
Come detto e scritto, il volume DK presentato a Lucca era, appunto, un Work in Progress. E non solo perché mostrava le varie fasi di lavorazione del progetto, ma anche e soprattutto perché quel progetto NON era definito e definitivo ma passibile di ritocchi, variazioni, aggiunte e/o tagli. Chi vorrà divertirsi a confrontare la versione definitiva (quella che apparirà nella collana Il Grande Diabolik a fine aprile, Ndr) con quel volume avrà non poche sorprese. A cominciare dalla fine, dal mio soggetto dell’ultimo capitolo, riscritto quasi integralmente.

Si è parlato molto di questo progetto: quanto ci ha investito l'Astorina, e cosa spera di ottenerne, in termini editoriali?
Una nuova serie? Uno "svecchiamento" del personaggio?
La serie regolare continuerà imperterrita la sua strada, che ci auguriamo ancora lunga e di successo come quella percorsa per cinquant’anni. I fan siano quindi tranquilli: non esiste motivo per cambiare linea. Ma, detto questo, abbiamo visto la possibilità di una nuova linea per il personaggio, parallela e non antagonista della storica. DK è ”altro” da Diabolik, ma non nasconde le sue origini, la sua ispirazione. E’ rivolto (anche: sembra che affascini “anche” molti lettori tradizionalisti) a un pubblico nuovo, internazionale, abituato a fumetti più vicini a film e telefilm del terzo millennio. Azione ininterrotta, colore, impaginazione libera sono le caratteristiche che immediatamente permettono di distinguere DK da Diabolik. Leggendolo, poi, si scoprono ben più significative differenze narrative. Al pubblico l’ardua sentenza, ovviamente, ma noi ci crediamo al punto di aver dedicato a DK ogni ritaglio di tempo degli ultimi due anni .

Attualmente, è esatto dire che Diabolik è stabile delle vendite, o sta risentendo della crisi?
E’ più corretto dire che la testata Diabolik risente della crisi meno di molte altre. Ma la crisi un poco c’è, innegabile, anche per il Re del Terrore. Invece il “personaggio Diabolik” , il “brand Diabolik” (come quello emergente di Eva Kant, non dimentichiamola!) ha da anni un indiscutibile successo in tutti i campi, dal merchandising alla pubblicità. E anche questo ci fa ben sperare nel futuro.



Si è molto parlato di un telefilm, una nuova produzione internazionale, su Diabolik.
Cosa si può dire di più?
Nulla, per ora. Sky sta “costruendo” il gruppo di coproduttori (come si può dedurre dalla qualità del trailer, l’impresa è economicamente molto impegnativa) e, contemporaneamente, organizzando lo staff degli autori, con il quale collaborerò a tutela per personaggio.

In percentuale, quanto pensate che il lettore di Diabolik sia fedele, o da "mordi e fuggi"?
A quanto abbiamo potuto verificare, lo “zoccolo duro” dei lettori affezionati (quelli che non si perdono un numero) supera il 70% del totale.  Ma anche il rimanente 30% non è propriamente “saltuario”, poiché pare compri almeno un albo su tre.  Per quanto riguarda i lettori “portoghesi”, ovvero quelli che si fanno prestare – gratuitamente - l’albo da chi l’ha comprato... Secondo una ricerca USPI dovrebbero essere due per copia venduta. Ma nel caso di Diabolik penso siano meno perché, come dicevo, la maggior parte dei nostri affezionati non molla la propria copia neppure sotto minaccia di un pugnale affilato.


Grazie per le risposte!

domenica 17 febbraio 2013

L'Italia Antani?


Tutto inizia quando ci segnalano questo.


Ce lo danno per vero, noi da buoni supercazzolari controlliamo.
E' un fake: ma solo il fatto che qualcuno - noi inclusi - possa pensare che sia originale, da la misura della politica italiana attuale...

Il nostro programma di Governo?

-Abolizione dell'IMU. Anzi: di tutte le tasse, già che ci siamo! E, visto che siamo seri e precisi, parliamo anche di copertura: dove li troviamo i soldi? Ma dall'evasione! E dall'eliminazione di tutti i parlamentari, anzi proprio del Parlamento. Le decisioni, le leggi e tutti i provvedimenti verranno approvati o meno in base alle risposte casuali di un'applicazione per smartphone che stiamo realizzando;

-tutti i libri ed i fumetti dovranno avere le scritte in costoletta orientate verso un unico senso di lettura: basta movimenti del collo a destra e sinistra, "basculando" di qua e di là come scemi per leggere i titoli. In alcuni casi, anche LO STESSO editore, ha titoli orientati da due lati diversi...

-Tassa sull'idiozia.
Chi è idiota e viene sorpreso in tali atteggiamenti, paga da uno a dieci euro, in proporzione.
Ci risaniamo il debito pubblico in un anno al massimo...

Ci vediamo dentro le urne...
(Elettorali, eh!)


Un grazie a Marco "ABART" Bernelli per l'ideazione del "banner elettorale".

venerdì 15 febbraio 2013

JPOP: una promo intelligente

Ci giunge una interessante mail.



Promozione marzo 2013: Hanimero e Me and My Witch

Caro Libraio,

non senza orgoglio, a marzo lanceremo i numeri 1 di due importanti serie Shueisha, una delle maggiori case editrici del Sol Levante. Per permetterti di conoscerli, e per farli conoscere ai tuoi clienti, abbiamo deciso di coinvolgerti in una promozione su tutti e 3 i volumi di Hanimero e sui primi due di Me and My Witch, combinando sconti extra e possibilità di reso totale se aderisci alla nostra proposta d'acquisto.

La promozione sarà supportata da una campagna web e da un ampio spazio sul numero di Direct in uscita a fine mese, dove sarà pubblicato l'elenco di tutte le fumetterie aderenti alle promozioni J-Pop e saranno inseriti due tagliandi con un buono sconto del 20% per Hanimero 1 e Me and My Witch 1, validi solo per il mese di marzo. Il buono sconto sarà disponibile anche on-line per la community facebook di J-Pop, insieme a una mappa delle librerie coinvolte. Aderendo alla promozione, ti chiediamo di riconoscere lo sconto a tutti i clienti che si presentano in negozio con il buono.

Grazie e buon lavoro!

Lo staff di J-Pop

Scadenza promozione lunedì 18/02/2013.


Finalmente una promo intelligente. E semplice.
Negli ultimi due anni, generalmente, i manga si "spingono" in questo modo:
-prezzo di lancio (da 1 a 1,90 euro);
-possibilità di reso totale del numero uno.
Nel 99% dei casi, le due cose non si sovrappongono: ma nessuno pretende sia il "prezzone" che il reso...
Il problema di fondo, però, è questo (da qualche parte ne abbiamo già parlato): è vero che il prezzo basso aiuta e tendenzialmente spinge il cliente a comprare il prodotto, ed è altrettanto vero che il reso spinge la fumetteria a provarci.
Ma il numero uno, non basta.
Perché, quando esce, occorrono un paio di settimane per far capire al venditore le potenzialità della serie, spesso non basta leggere il fumetto (quanti numeri uno vendutissimi hanno generato pochissime richieste per i successivi? Sicuramente non pochi...) e, per come funziona il sistema distributivo in Italia, quando il negozio ha "inquadrato" il bacino d'utenza di tale prodotto, ha già prenotato almeno i numeri due e tre, se non anche il quattro.
Questo, ovviamente, per via del fatto che gli ordini vengono fatti con ALMENO due mesi di anticipo rispetto alla data - presunta - di uscita.
Quindi: o il negoziante rischia prenota un tot copie in più del necessario, o si mantiene prudente.
Nel primo caso, rischia di "ingolfarsi" di invenduti, e non è raro, viste le tantissime serie manga che escono ogni mese, le tante promo, e la bassa qualità media dei prodotti; nel secondo, rischia di lanciare un qualcosa di valido, spingendolo, per poi non avere in tempo copie sufficienti per soddisfare la domanda.
Un altro caso in cui il reso servirebbe, insomma...

Da qui, i complimenti per l'idea di JPOP: semplice, come tutte quelle buone, e che sicuramente permetterà una permanenza del prodotto in quantità maggiori e, soprattutto, per tempi più lunghi sugli scaffali dei negozi.
E, di questi tempi, non è esattamente poco...

giovedì 14 febbraio 2013

Momenti di Gloria #10: speciale San Valentino

I grandi momenti regalatici, in fiera ed al negozio, dai nostri clienti!
Qui gli "arretrati"...
Ovviamente, "speciale San Valentino", visto che Terni è la città del patrono dell'amore!



L'amore dei Peanuts
-"Ciao, cercavo L'Amore è passeggiare mano nella mano, di Sccul".
-Io: "Schulz?".
-Lui: "SI, quello".
-Lo cerco nei fantastici siti dei nostri beneamati distributori.
Malauguratamente gli chiedo se ricorda l'editore.
-Lui: "Si, Balducci&Cattaldi".
-Io: "Baldini-Castoldi?"
-Lui: "Boh..."
Evviva Google.

Romanticoni
Gruppo di studenti, probabilmente evasi da scuola.
Non gli do un soldo di fiducia, ma sbaglio: alla fine spenderanno un'ottantina di euro in tre (su sei-sette che erano).
Un tizio, che chiameremo Romeo, si avvicina.
"Devo fa n'regalo a una... legge i manga"
Io: "Che legge?".
Romeo: "Vampir KKKKKKKnait", calcando la "K"... eccheccazzo, se c'è una ragione dovrà esserci, no?
Gli chiedo se legge altro.
Lui: "Ai lov iu bebi, Clannad". Quest'ultimo titolo lo cercherò per tutta la vita.
Compra diverse cose, tra cui invendibili albi extra di "Vampir CCCCCCKKKKnaittt".
Un amico - che chiameremo Cupido - si avvicina, insospettito.
Cupido: "Che t'aaa devi scopà?".
Romeo: "Minimo!".
Cupido: "Beh, allora co cinquanta euro fai prima a trovanne una..."


Due chicche extra San Valentino, ma molto belle...

Cerri
-"Di chi era questo?"
-"Gene Colan".
-"Ah... ma l'ha fatto prima di morire?"


Ieri
Fresca fresca...
-Cliente: "Hai niente di Eleuteri E Serpieri?"
-Io: "Qualcosa in particolare?"
-Cliente: "Mi piacCIONO tantissimo, QUEI DUE!"

martedì 12 febbraio 2013

Tex a Narni: intervista a Stefano Andreucci


Stefano Andreucci, romano di nascita ma narnese di adozione, è un vecchio amico di Antani Comics.
Lo ospitammo nel settembre del 2005, nella prima sede del negozio in piazza dell'Olmo, insieme al collega Mauro Laurenti. Pochi mesi dopo, ottenuto il beneplacito del comune di Narni, avremmo iniziato - insieme ad un piccolo gruppo di persone - ad organizzare la prima Narnia Fumetto.
Stefano, oltre ad essere un grande disegnatore, sicuramente "famoso" meno di quello che merita, perché al contrario di altri non è così presente su internet e nei "salotti online" del fumetto, è stato il realizzatore del logo originario della nostra manifestazione, oltre che di alcune idee artistiche, come quella dei disegni "giganti" per le aste di beneficenza.
Oggi lo intervistiamo, dopo aver letto meravigliati i suoi due Tex (627 e 628 del gennaio e febbraio 2013).

Ti conosciamo per ZAGOR, del quale sei stato uno degli artefici del rilancio negli anni '90 ("L'Esploratore Scomparso" e seguenti), e Dampyr, del quale sei uno dei disegnatori di punta (quattordici albi, tra cui il 100 e, caso rarissimo, una quadrilogia, compreso il primo speciale). Ora, dopo un almanacco di dieci anni fa, Tex. E' un punto di arrivo? 
Un po' si. Nel senso che il mio primo Tex l'ho disegnato nel 1978, a sedici anni. Frequentavo il IV Liceo Artistico di Roma (divenuto poi "Alessandro Caravillani") e, con l'appoggio di un professore di larghe vedute, realizzai un breve racconto che vedeva protagonisti Tex e Carson. Che è poi divenuto un "corto animato" con tanto di cavalleria dei Carabinieri che arrivavano in soccorso dei due rangers. Un po' atipico ma originale, diciamo! Sapevo che prima o poi Tex l'avrei disegnato sul serio e così è stato. In questo senso posso dire che si tratta di un punto d'arrivo. Ma anche un punto di partenza. Ora sono impegnato su più fronti. In questo momento lavoro anche per Guy Delcourt su una storia che appartiene a un progetto ampio. Il mio racconto aprirà le danze alla serie e l'uscita è prevista per Aprile 2014. Dopo c'è di nuovo Tex... e che Tex. Ma per ora non posso dire di più.

Ci parli un po' dei tuoi impegni francesi? 
Sto lavorando per Delcourt a un progetto legato alle "Sette Meraviglie del Mondo", scritto dal bravo Luca Blengino e consistente in sette racconti. Uno per ognuna delle Meraviglie. Il mio, che darà il "via alle danze" ad Aprile 2014, è ambientato nell'antica Grecia e riguarda la gigantesca statua di Zeus, a Olimpia. I giochi olimpici fanno da sfondo a una vicenda umana e a un intreccio misterioso.

Come è iniziata la tua carriera? 
Frequentavo l'Accademia di Belle Arti di Roma, quando lessi di un breve corso di fumetti tenuto in città. Bene, lo frequentai e alla fine dei sei mesi di durata, mi fu proposto di cominciare a lavorare nello studio di Dino Leonetti. Era il 1986. Ho debuttato su "Cioè". Poi ci sono stati "Boy Comic", "Tilt" e "Il Paninaro". Lasciato lo studio di Dino Leonetti, feci una breve collaborazione con "La Fabbrica Delle Immagini" di Silvano Caroti, fino a quando non mi contattò Francesco Coniglio, per il quale ho cominciato a disegnare l'erotico su testate come "Provincia Segreta" e altre di cui non ricordo il nome. Sempre con Coniglio ho lavorato sulle riviste "Mostri" e "Splatter" fino alla loro chiusura. E poi, nel '92, Bonelli. Con Zagor!

Quali sono stati i tuoi riferimenti per Tex? 
Oggi cerco di non lasciarmi influenzare, ma quando nel 2001 ho realizzato "Eroe Per Caso", uscito poi sull'Almanacco del West nel 2003, il mio riferimento maggiore era il disegno pulito ed elegante di Giovanni Ticci (un gran Maestro!). E poi Villa, uno straordinario interprete di Tex. E del western a fumetti.

Cosa leggi oggi?
Sfoglio, vedo chi sono gli autori e, eventualmente, leggo. In ogni caso, le serie che mi piacciono di più sono Dampyr, Zagor e Tex (legami sentimentali!). Ogni tanto leggevo Magico Vento e mi dispiace molto che abbia chiuso i battenti. Anche le nuove uscite, sempre in casa Bonelli, sono interessanti. Mi piace molto la produzione francese anche. E quella americana. Se trovo un volume di Alan Moore, lo leggo di sicuro. Stesso discorso per Neil Gaiman. Insomma, non sono un lettore di genere, perché in ogni genere può esserci qualcosa che mi appassiona.

Cosa è cambiato nel modo di lavorare, dal tuo debutto?
La tecnica. Solo la tecnica, perché l'entusiasmo è sempre lo stesso.

Ci vediamo sabato 16, da Antani Comics!

lunedì 11 febbraio 2013

Il papa si è dimesso!


Qui la notizia.
Sconcerto in tutto il mondo.
Perplessità in Italia, dove l'istituto delle dimissioni è poco praticato e quindi poco noto.
L'ultimo era stato Zoff nel 2000, si narra.

Quali scenari si aprono, ora?
-Forse la più affascinante: Razingher al Quirinale e Napolitano al soglio pontificio?
-Razingher con Bersani e Monti a Palazzo Chigi?
-Al posto di Allegri al Milan?
-Una fusione tra Vaticano e GP Publishing? Sicuramente non farebbe peggio di ora...

Raggiunto da un inviato di LA7, alla domanda su cosa avesse detto il suo entourage dopo l'annuncio, il papa ha risposto: "Dajje!"


venerdì 8 febbraio 2013

Reso. Una piccola piccola idea.

E chi si scorda le mitiche svendite dell'indimenticata Play Press a Lucca Comics 2007? Il materiale degli "Editori per passione" non si trovava, in distribuzione eppure... riapparve magicamente durante la manifestazione toscana: 50% di sconto per i comics DC, 50 cent (!!) per i manga...

Per essere un blog che, nelle sue intenzioni programmatiche, dichiara i librai come "pronti alle rese" (sarebbe anche figo "Dalla parte delle Rese", ma poi qualcuno si offende), abbiamo parlato solo una decina di volte di questo argomento: meno di un post ogni venti.

In particolare, sottolineerei questo, imprescindibile e definitivo "punto" sul problema, oltre a questo su una recente proposta di Alastor, che qualche piccolo risultato può darlo, ma è ancora poco. Troppo poco.
Oggi, volevo solo aggiungere una piccola proposta concreta, tanto per non "criticare e basta", come qualcuno ci ha accusato di fare

Premessa: il reso, a detta dei distributori, non viene fatto perché ha un costo del 10-15% rispetto al prezzo di copertina, troppo oneroso per chi, evidentemente è proprio con margini del genere che lavora.
L'editore non vuol saperne, dice il distributore.
Il distributore non ce lo fa fare, dice l'editore.
Paradossi a parte, il problema è IL COSTO.

Seconda premessa: il mancato reso genera danni al sistema.
Perché? Perché il materiale in eccedenza deve essere smaltito. Ecco allora che la fumetteria lo svenderà: in negozio, in fiera (se le fa), ad altri commercianti (che finiranno per portarlo a qualche manifestazione). Su internet.
Quante offerte assurde - in maggior parte illegali, visto che c'è una legge che regolamenta le scontistiche, ma questo è un altro discorso - avete visto girando per fiere e manifestazioni varie? Per "assurdo", intendo dal 30% in su. Spesso 50%: sconti da perdita secca.
Quindi: la fumetteria che svende è scontenta. E non comprerà più quei titoli, magari "sfiducerà" l'intero catalogo dell'editore.
Il lettore, quello che se l'accaparra, sarà contento. Gli altri non troveranno più quei titoli o, pretendendo di trovare anche i numeri successivi (se è un serie) o materiale simile allo stesso prezzo, rimarranno delusi. Perché il 50% può essere l'eccezione, non una pratica commerciale.
L'editore perderà un cliente, un negozio che non investira, in tutto o in parte, nei suoi prodotti. Quindi: la visibilità che ne consegue, la cattiva pubblicità che il libraio farà ai propri clienti, quando questi gli chiederanno il perché dell'assenza di alcuni albi.
Il distributore perderà comunque le vendite che sarebbero passate attraverso di lui.

Per questo, il sistema è sbagliato: perché porta danno a tutti.
Il reso permetterebbe di riassorbile le copie invendute: e l'editore non può non darlo, proprio per motivi "ideologici", visto che sarebbe come dire che non crede nei propri prodotti. L'unica barriera è quella economica: il "costo del reso". Come superarla?
Il distributore Alastor - come detto sopra - ha aggirato il problema: reso totale, ma sconto basso.
Un po' quello che ha fatto Italy Comics alcuni anni fa: anche qui, con una forte diminuzione del margine del negozio.
Solo che... non ha funzionato: in un sistema in cui, online, trovi tranquillamente un 10-15% di sconto, perdere ulteriori punti ti porta a ridurre drasticamente il tuo utile. Quindi a chiudere.
Allora, perché non vedere il problema da un altro punto di vista?
Il reso "costa" 10-15 punti percentuali al sistema?
E SE LI PAGASSE LA LIBRERIA?
Se la libreria si offrisse di rinunciare al 10% del prezzo di cover, MA SOLO PER QUELLO CHE RENDE?
Così, il costo verrebbe pagato solo su quello effettivamente reso, ed il libraio avrebbe si il suo margine, ma anche un piccolo paracadute, che gli farebbe perdere dei soldi (renderebbe perdendo comunque parte di quanto pagato all'inizio), ma gli permetterebbe di rientrare di parte dell'esborso iniziale, SENZA FARE SVENDITE, che danneggiano il sistema senza che ci sia un effettivo beneficio per nessuno. Anzi, come abbiamo visto, scontentando tutti.

Sarebbe bello, su questo, avere un confronto.

mercoledì 6 febbraio 2013

Un 34 mica male...


Dopo il ventesimo posto del mese scorso, che sapevamo essere frutto di disimpegno altrui, non di nostri meriti, ora siamo in trentaquattresima posizione: considerando la media del "quaranta/cinquantaqualcosa" dei mesi precedenti, non male.
E, soprattutto, tenendo conto della slealtà dell'amico Max di Mondi Sommersi, che prima "chiude", e poi riapre grazie al Silvio nazionale...

I post di gennaio, secondo noi?
Questi:
-Come capire se un tizio che ti entra in negozio è un possibile cliente o meno?
-La DC di Lion Comics, un anno dopo.
-DAVVERO diventa bimestrale? Per colpa di chi?
-Le 10 fiere del fumetto da NON fare...

Dai, che il giorno che entriamo nella top-ten regaliamo fumetti a tutti!
Promessa!

martedì 5 febbraio 2013

DK come Diabolik - intervista a Giuseppe Palumbo


Dunque: Giuseppe Palumbo, da anni colonna di Diabolik, soprattutto della serie "gigante" e con diversi remake delle prime storie dell'antieroe più famoso d'Italia all'attivo: cosa è DK?
DK è un reboot del personaggio che da 50 anni sostanzia la cultura pop italiana. DK ha nel suo DNA tutto quello che Diabolik è stato e ne propone una visione differente, una nuova partenza, una chance intelligente che solo un personaggio così poteva permettersi. La storia si apre in uno scenario che non è quello contemporaneo, né quello anni cinquanta/sessanta degli speciali che ho disegnato in questi ultimi dieci anni: è uno scenario futuribile, verosimile, in una città che forse sarà Clerville oppure no… Dove un Re del terrore muove i suoi primi sorprendenti colpi; dove un Ispettore indaga ipotizzando la esistenza di questo criminale, mentre tutti gli altri lo denigrano quasi; dove un Giudice avvenente e con un affascinante chignon biondo sta organizzando una trama che vede il Re del terrore e l'Ispettore come bandoli di una matassa in cui rimarrà prigioniera. Ah, dimenticavo: c'è una Jaguar nera, ma è l'ultimo prototipo della casa madre: indovinate chi la guida…


Come si articolerà la serie?
A Lucca, a novembre, è già una preziosa edizione speciale, DK - Work in progress, che raccoglie le fasi di lavorazione della serie congelate nel loro progress autunnale. Vale a dire che nel curatissimo volume, trovate le prime pagine finite, un paio di capitoli a china, altri a matita, il penultimo in sceneggiatura e l'ultimo solo in soggetto. Una edizione preziosa perché invece che sottrarre interesse aggiunge, da evidenza a passaggi di lavoro che solitamente scompaiono nella pagina finita (il soggetto per esempio, o le matite cancellate dalla china), come giustamente ha detto Tito Faraci, sceneggiatore della serie ideata da Mario Gomboli.
In primavera, invece, usciranno tutte e 160 le pagine finite e a colori nella consueta edizione da edicola de Il Grande Diabolik. Ma la storia è pensata in 8 capitoli da 20 pagine, con una vocazione per il formato internazionale all'americana. Se poi avrà un seguito, dipenderà dai risultati di vendita, dall'accoglienza interna ed esterna. Insomma, si vedrà...


Da quello che si dice - perché i dati sono segreti - Diabolik è un personaggio in controtendenza: le sue vendite aumentano, è in crescita.
Pensi sia dovuto all'impegno che l'Astorina mette in questo suo unico "prodotto", o anche alla modernità dell'idea originale?
Diabolik deve la sua forza alla sua idea originale che è geniale nella sua ferrea, tetragona semplicità. Ma la sua attuale forza sta anche nella brillante gestione che ne ha saputo declinare orizzontalmente (quasi) tutte le possibilità commerciali.


A cosa stai lavorando, ora, Diabolik a parte?
Per adesso DK ha assorbito buona parte del mio tempo… Molti progetti sono all'orizzonte, ma meglio non parlarne. Vorrei invece spendere due parole su alcuni miei fumetti usciti nel corso del 2012, a cui sono legato. Il primo è il terzo volume della collana Troglodita, Morbido improvviso, dedicato alla fine tragica di mio padre e alla mia esperienza con la sua malattia e morte, ma anche a lui come figura estremamente vitale; edito a Matera, da La Stamperia, distribuito in libreria e online.
Il secondo è Sei tocchi di lame - Vita, morte e miracoli di Sant'Andrea Avellino edito da Edizioni La Cometa di Roma; anche questa una storia lucana, dedicata a un santo importante della Controriforma Cattolica, nato nella mia regione, in occasione del terzo centenario della sua canonizzazione.


Poi, sul versante editoria elettronica, ti segnalo l'uscita su IPad del Diario di un pazzo, edito in Italia da Comma22. Invece, sul versante performance, a me nolo molto caro, perché rappresenta un altro modo di fare fumetto d'autore, ti segnalo la collaborazione in atto in Belgio con Bruxelles Laique e il suo Festival des Libertés per cui il mio collettivo Action30 ha realizzato il videoclip di apertura del festival e un intero spettacolo di video, disegni, musica dal titolo Constellation1961, centrato sulla figura di Franco Basaglia. È stato finora rappresentato a Bruxelles e Liegi, sotto l'egida del Teatro Nazionale di Bruxelles. Ovviamente, mai in Italia…
Qui e qui.



Come si svolgono queste presentazioni?

Hai mai provato a proporle a qualcuno in Italia?
Le performance Action30 sono un dispositivo crossmediale che fa lavorare insieme una storia a fumetti, video e musica (quando non anche voci recitanti o attori in scena come nel caso di Constellation1961), tutto realizzato in parte in studio e in parte dal vivo. Abbiamo realizzato nel corso degli ultimi 5 anni diverse performance in Italia e Belgio, ma è soprattutto in Belgio che abbiamo potuto sviluppare il nostro lavoro più maturo, Constellation1961. La nostra performance dal titolo "L'invasione dei supernormali e la rivoluzione degli uomini talpa" è stata ospitata da numerosi festival italiani come ItaliaWave, Future Film Festival o Comicon e in molte situazioni di attivismo politico. Siamo in attesa di un editore forte che creda nella qualità del nostro lavoro e funga da motore per organizzare altre occasioni come quelle di cui sopra. Per chi fosse curioso, basta visitare il nostro canale YouTube, action30media, dove sono on line buona parte delle nostre produzioni video frutto delle performance.


Segnaliamo il blog di Giuseppe Palumbo: palumbo-troglodita.blogspot.it

DK©Astorina SrL

sabato 2 febbraio 2013

Momenti di Gloria #9

I grandi momenti regalatici, in fiera ed al negozio, dai nostri clienti!
Qui gli "arretrati"...





Francobolli vs Fumetti
Davanti al mio negozio c'è un numismatico/filatelico. O meglio: c'era perché ha chiuso.
O, meglio ancora: non ha chiuso, ma apre quando vuole. Quasi mai.
Voi direte: i fumetti li leggono in pochi, ma chi colleziona francobolli o monete? Non lo so, ma non pochissimi sono quelli che vogliono venderli (avranno trovato un francobollo "vecchiovecchiovecchio" dello zio, che "la zia li ha buttati tutti" e gli è "rimasto solo quello, ma è antico"... del 1997...).
Ebbene: tutti vengono da me a chiedere info.
Tanto è vero che ho chiesto al tizio di lasciarmi dei biglietti da visita, perché poi la gente non si accontenta di sapere che non c'è quasi mai... vogliono sapere quale è la saracinesca esatta, quando lo trovano, perché non lo trovano, etc...
Un tizio chiede spiegazioni. Gli dico che è qui davanti, ma è chiuso, non c'è mai, e la saracinesca è abbassata.
Gli lascio il biglietto, e gli dico di chiamarlo, che di fatto ha chiuso. Dico spesso "chiuso".
Esce, lo vedo che vaga stordito.
Poi rientra: "Scusa, dove mi ha detto che è, che non lo trovo?".
Sic.

I "manga"
"Ciao, li avete I MANGA?".
"Si... i manga... tipo questi?"
Glieli indico, ed inizia a cercare...
Dopo un po': "Solo questi?".
Io: "Che cercavi?".
Il genio: "Cercavo xxxxxxx". (mormorio incomprendibile)
"Eh?"
"XXXX XXX" (mormorio quasi comprensibile)
Io: "Pludde Cedde?"
Lui: "Si".
"Me lo scrivi, scusa?".
"Si"
Io: "Aspetta un attimo che apro il blog". Ed inizio ad annotarmi i contorni della vicenda.
Su un foglietto mi annota "BLOOD JAD".
Forse era "BLOOD LAD".
Cominciamo a capirci...

Aquaman
-Cliente cui ho consigliato la serie di Aquaman (su Flash della Lion): "AHAAHA... lo sai il doppio senso del nome di Aquaman?".
-Io: "Eh?"
-Lui: "Eh, allora, Aquaman, in originale è Seaman, no?..."
... poi non ricordo più nulla...
E mi sveglio due giorni dopo. In un fosso a lato della strada. Con una cicatrice all'altezza del rene destro...

Ultimo
Cliente: "Senti, di Heat questo è l'ultimo".
Io: "Si".
Cliente: "Ne usciranno altri?"

Il figliol prodigo
Cliente desaparecido cui avevo chiuso la casella.
Torna, come se nulla fosse.
Lui: "Chemmedai la robbba in casella?".
Io: "Guarda... mi hai chiesto di chiuderla a giugno, io ti ho tenuto tutto fino a settembre inoltrato... poi non accennavi a passare e te la ho chiusa".
Lui: "Ma t'avevo detto che passavu endru Natale!".
Io lo guardo: "E' il primo di febbraio".
Lui: "Ah... senDi, che ciai da gonsiiamme (consigliarmi n.d.r.) de cartunatu, autogonglusivo (cartonato, autoconclusivo n.d.r.), perché me so' stangato (stancato n.d.r.) della continuity?". Perché poi "cartonato" chissà...
Gli do una decina di consigli.
Esce con Naruto 61...

Esaurito
-Prendendo l'economica di TWD 2: "La ristampa del 2 è uscita?".
-Io: "Scusa?".
-"La ristampa del 2, è uscita?".
Fico quando uno non capisce una domanda e te la rifanno uguale, eh? Mi ricorda i tempi della scuola...
Io gli spiego che il due non è esaurito, quindi non c'è la ristampa.
Lui: "Ah... ma dell'1 c'è!".
Io: "Si, perché è esaurito..."