giovedì 31 luglio 2014

Batman 27: Anno Zero (recensione no spoiler)

Diamo spazio all'amico Luca Bellucci per un altra bella recensione.


Devo ammettere che da fan di Snyder i primi numeri di Anno Zero mi hanno un po’ deluso, dopo ottime storie dai finali un po’ sottotono all’inizio del nuovo ciclo, ora mi aspettavo una storia in cui facesse emergere tutto il suo estro e la sua bravura. Così non è stato, fino al numero 27 di Luglio (Batman 24 ed. USA).

L’introduzione dello Zio, un Enigmista in erba e un gruppo di Cappucci Rossi non erano stati un inizio troppo esaltante; molta carne al fuoco, ma niente di importante e addirittura troppo rivoluzionario e narrato in modo (apparentemente, a posteriori) confusionario. Le origini di un personaggio del calibro di Batman non potevano essere delle semplici storielle che leggiamo tutti i mesi in un qualsiasi albo di supereroi.



L’incipit del numero 27 non da indizi a niente di rivoluzionario, si continua sulla falsa riga dei numeri precedenti. Tutto cambia però quando il giovane Bruce e il solito tuttofare Alfred iniziano ad indagare e a pianificare una controffensiva diretta a smantellare i piani della gang di Cappuccio Rosso.

Ed ecco la svolta, la A.C.E. Chemical fa il suo ingresso trionfale in questo reboot e la faccia dei lettori appare più o meno come quella di Gordon nella vignetta successiva (occhi spalancati e due grossi getti di fumo che escono dal naso). I tasselli molto sparpagliati, all’apparenza disordinati, del puzzle di Snyder si stanno pian piano ricomponendo sotto i nostri occhi e i richiami ad un’altra storia con simili ambientazioni e simili supercriminali sono improvvisamente forti.

Il tutto culmina in una splash page che sancisce il cambio di autore alle matite, qui il richiamo a The Killing Joke è davvero forte. Snyder ha posto le basi per riscrivere quello che una pietra miliare del fumetto di supereroi ha sancito diversi anni fa, anche se ovviamente ci sono molte differenze. Innanzitutto qui ci troviamo di fronte una gang intera di criminali abbigliati con il tipico Cappuccio Rosso, mentre una volta il Cappuccio era simbolo del capo, utile a garantirgli la riservatezza utile per compiere crimini senza correre rischi. Le implicazioni di Bruce Wayne e della sua famiglia sono maggiori, in più nel finale di storia, disegnato da Albuquerque i ragionamenti di Batman aggiungono molto mistero all’identità del malcapitato Cappuccio Rosso, di cui scopriremo (spero) qualcosa di più nelle prossime pubblicazioni.

La colorazione dell’albo inoltre sembra voler richiamare proprio il capolavoro di Moore e Bolland. La fucina nella Batcaverna e la Bat caverna stessa, il tramonto su Gotham, le esplosioni e il fuoco all’interno dell’ACE Chemical risplendono di una colorazione arancione che risalta molto rispetto alle tinte fosche a cui siamo abituati nelle storie di Batman; quasi a ricordare la colorazione originale di The Killing Joke, in cui proprio l’arancione, il rosso e il viola la facevano da padroni. Questa almeno la mia impressione ad una prima vista, ma potrebbero semplicemente essere i deliri di un fanatico.

Il finale dell’albo sembra essere il vero fulcro dell’evolversi futuro della storia: entra in gioco l’Enigmista, alle prime armi ma già abilissimo e intelligente da mettere in ginocchio una metropoli intera. Ovviamente si pregustano albi ricchi d’azione, colpi di scena e indovinelli. Le basi per una grandissima saga ci sono, ora vedremo se i prossimi avvenimenti sapranno far culminare la suspance creata in qualcosa di davvero importante e che possa cambiare le avventure del Crociato.


In conclusione bisogna dire che l’albo Batman 27 è da consigliare a chiunque, forse uno dei pochi di questo periodo che davvero valga la pena leggere e rileggere, benché solo l’inizio di qualcosa di più lungo e intricato. In più dal prossimo numero di Agosto sarà interessante leggere l’Anno Zero anche nelle trame di Detective Comics che coinvolgeranno i primi anni corrotti del G.C.P.D.

Luca Bellucci

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