mercoledì 11 febbraio 2015

Il peggior nemico del fumetto

Già immagino che, chi mi conosce un po', leggendo il titolo di questo post, si sia precipitato a leggere (o abbia evitato di farlo, dipende dai punti di vista!), aspettandosi la solita tirata contro la distribuzione.

E rimarrà deluso: la distribuzione, per come è strutturata (scarsa professionalità ed aderenza ai tempi, scarsissimi investimenti in promozione, idee e proposte prossime allo zero) è IL grande male del sistema. E' un po' "l'arcinemico" del mondo del fumetto.

Ma c'è di peggio: c'è il NULLA. Quello de La Storia Infinita, per capirci.
Quello che, con la sua forza, è ben oltre all'essere un semplice "nemico": è il vero male.

E, il vero male, lo dico da anni, di questo settore, sono gli "appassionati".
O, meglio, un certo atteggiamento di questi ultimi.

Se mi seguite, ve lo spiego.


Ora, molti si saranno già incazzati.
Staranno pensando: "Con tutto quello che spendo"; "Ah... io gli pago l'affitto, a quello". E tirate simili.
Ecco: togliete di mezzo questi pensieri. Di ottimi clienti, in giro, ce ne sono molti.
Personalmente,  la maggior parte la valuto non in base per quanto spende, ma per come lo fa.
Ma nessuno paga l'affitto a nessuno: nessuno è insostituibile.
Ma qui andiamo a parare altrove.

Il punto è un altro: l'appassionato, quello che "compra tutto" (ormai è una gara impossibile, il riuscire a farlo!), ha spesso l'atteggiamento critico di chi conosce il sistema, sa come gira, ed allora si permette delle sparate che, riportate alla realtà, sfiorerano il ridicolo.

Leggevo giorni fa, delle lamentele sul prezzo dei Bonelli. Già qui ci sarebbe da chiudere subito il discorso: come è possibile criticare chi ti da cento pagine a TRE centesimi l'una? Stiamo scherzando?

Ma il discorso era diverso, più puntuale e, se possibile, peggiore: la critica non era al prezzo di per sé, ma al fatto che fosse aumentato troppo rispetto a quello di altri beni, come la benzina, ad esempio.
Fermo restando che, paragonare un bene come il fumetto, il cui prezzo è legato essenzialmente alle oscillazioni della carta, ad uno come la benzina, che si forma essenzialmente aggiungendo al costo del petrolio (che fluttua in base al mercato) una marea di tasse (che influiscono non poco) è a dir poco assurdo, se vi prendete la briga di vedere quanto costa Tex oggi (3,20 euro) e quanto lo pagavamo nel 1970 (250 lire), e lo confrontate con i prezzi più svariati dei beni di consumo (provate a vedere di quanto sono aumentati il caffé, i quotidiani...), potete dimostrare tutto e niente, ma sicuramente non è del fumetto che si si può lamentare!

Ma la verità è un'altra: che stiamo sempre lì a parlare di dignità del fumetto, rispetto per chi lavora, ma poi tutti noi vogliamo pagare TUTTO a MENO di quello che costa. Non importa quanto sia.

Il prezzo dei fumetti Bonelli, copre la distribuzione, il costo della redazione, di chi ci lavora, dal supervisore allo scrittore, dal disegnatore al copertinista ed al letterista, passando per le royalties che vanno ai creatori. Il tutto a 3,20 euro.
TRE VIRGOLA VENTI EURO.

Con la stessa cifra, in molti posti, ci fai colazione.
Ma non ci compri un libro, che spesso è realizzato da una sola persona.
Non ci compri un dvd, non ci vai al cinema.

Eppure, quando parliamo del nostro lavoro, pretendiamo - giustamente - di essere pagati il dovuto.
E' un nostro diritto.

Ma, per tre euro e venti centesimi, ci sentiamo in diritto e dovere di criticare qualunque cosa, come se quella cifra, moltiplicata per anni di militanza, ci avesse fatto diventare degli azionisti della Sergio Bonelli Editore. Un po' come quando, un anno fa quasi, aumentò il prezzo di Dylan Dog e successe un parapiglia. 

Come il caso di Sio e del suo Scottecs Megazine: in una settimana, ha polverizzato decine di migliaia copie di venduto, tanto che si parla già di ristampa. Ma Sio, non piace.
O, meglio: non piace alle quattro persone che, su internet, parlano di fumetto. Piace solo alle folle di fan che lo seguono.

Però ha appassionato e portato in fumetteria ragazzini che non avevo mai visto. Che forse si possono avvicinare ad altro. Scottecs non sarà un capolavoro: ma l'autore ha trovato il modo di venderlo.
E' poco?

Ora, non mi è mai piaciuto dire "fatelo voi": non è che chi critica deve per forza saper fare.
Ma faccio una piccola eccezione: non vi chiedo "fatelo voi" un fumetto migliore, quanto: trovatelo voi un modo migliore per promuovere un fumetto, bello o brutto che sia.

Perché altrimenti, il peggior spot per il nostro media preferito, non è un brutto giornaletto... quanto la lamentosa tiritera di chi critica senza cognizione, ma solo per abitudine.

2 commenti:

  1. Piuttosto perplesso sulla seconda parte del post.

    Il concetto quindi è che se una "cosa" (fumetto, film , cd, etc etc) vende allora è "incriticabile" , ma non solo, quelli a cui non piace sono delle specie di reitti o degli snob intellettuali criticoni?

    Mhe!

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    1. Non mi sembra di aver detto questo, anonimo.
      Ho solo fatto notare che, in taluni casi, lo si fa a prescindere, mentre un fenomeno andrebbe capito...

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