domenica 11 ottobre 2015

Da Tiferno con amore

Partecipo a Tiferno Comics da dieci anni.
In primis, perché è una manifestazione a un'ora e mezzo da casa, il che non guasta mai.
Poi perché è in un periodo abbastanza morto: c'è Lucca dopo poche settimane, ma Romics non la considero, e rispetto al periodo aprile-maggio, quando ti becchi anche cinque o sei fiere buone in un mese, in autunno c'è molta meno scelta.

La manifestazione è cambiata poco in dieci anni: i punti di forza rimangono la mostra espositiva e la buona pubblicità a livello locale. Per la prima hanno sempre speso moltissimo, invitando autori e realizzando begli allestimenti.
La seconda è ben fatta, visto che i manifesti arrivano in tutta l'Umbria (almeno).
La fiera è conosciuta e visitata da appassionati.

I problemi - sempre gli stessi - d'altronde ci sono: gli autori vengono invitati per l'inaugurazione, circa un mese prima della mostra mercato, e poi non tornano più. E questa è mala gestione, perché possono essere una bella attrattiva anche per il mercato. Perché, infatti, non far partire mostra mercato ed esposizione nello stesso fine settimana, utilizzando gli autori come "lancio"?

Lo Stand Antani Comics a Tiferno 2015

A questa schizofrenia della separazione netta tra parte "commerciale" e "artistica" (che, perdonatemi, non ha proprio senso: la seconda non potrebbe esistere senza la prima, e viceversa), si aggiungono una scarsa visibilità su internet, ed alcuni problemi organizzativi.

Ma, fino ad alcuni anni fa, gli incassi erano discreti.

Poi si è avuta l'idea di organizzare DUE distinte mostre mercato: la parte esterna, con poco più di venti espositori in una tensostruttura in piazza (riservata essenzialmente a gadgets, cannoli, ramen, spade, Harry Potter, quadri e poco fumetto), la parte interna, leggermente più piccola, sotto un loggiato, con antiquariato e poco altro. Va detto che, nelle intenzioni dell'organizzazione, all'esterno dovevano stare "i manga", all'interno "l'antiquariato": nel tempo, le due parti, che erano contigue, si sono staccate di una ventina di metri: ma la cesura è netta.

Dunque, fermo restando che non ho mai capito, a nessun livello, perché si dividessero le aree (per me ha senso solo separare comics e games, ma non editori/fumetterie/privati/gadgets), perché comunque la fiera è piccola e si gira tutta, la cosa che colpisce maggiormente è che ci siano DUE organizzatori per le due zone, che pretendono di fare orari radicalmente diversi, aree tematiche contrapposte, il tutto senza neanche parlarsi. Il che è una cosa assurda per una manifestazione comunque piccola.

Così come l'idea di fare un orario 12-24 al sabato, per il padiglione "manga-gadgets". Per due motivi: perché se l'altra area apre alle 9, i clienti per tre ore hanno modo di spendere altrove, e quando arrivano da te magari hanno finito o comunque fortemente intaccato il loro budget. E, si sa: il sabato mattina è territorio di collezionisti e clienti più interessati al fumetto, quando si fanno queste fiere.
In secondo luogo: l'apertura serale serve solo a perder tempo, perché dopo cena, in una piazza centrale e con ingresso gratuito, riempirai il padiglione dei protagonisti della movida cittadina, curiosi di vedere, magari anche per ripararsi dalla pioggia, ma sicuramente con zero probabilità di incassare qualcosa. E questo si è visto chiaramente, e ne parleremo...

Diversamente dal solito, ed essenzialmente per la presenza di svariati colleghi, decido di partire al venerdì, per allestire con calma.

Il viaggio lo faccio con Matteo & compagna, coi quali divido lo stand.

Arriviamo a Città di Castello, piazza Matteotti, col padiglione appena montato: l'allestimento doveva essere dalle 12 alle 19, invece scopriamo che, causa ritardo nella sistemazione dello stesso, l'orario è diventato 18-22. Bene: sono le 18,15, quindi non abbiamo fretta.

Per scaricare, faccio manovra.
Ovviamente, venerdì prima di cena, piazza centrale: pienone di vecchi. Che, a fronte della mia retromarcia verso il padiglione, iniziano a spostarsi da dietro l'auto, ma continuando a mettersi sulla traiettoria del mio movimento.
Quasi quindici minuti per fare tre metri.
Nel frattempo, dietro l'auto, passa anche una tizia che è un incrocio tra Morticia Addams e una che lavorava all'anagrafe a Terni, ma molto più vecchia. Ovviamente lei non si accorge di me, e le faccio la cortesia di non metterla sotto. Ma solo per la somiglianza.

Iniziamo a scaricare: stanno ancora montando e dobbiamo aprire una paratia laterale del padiglione per poter passare.
Allestiamo abbastanza agevolmente, ma io già mi incazzo perché mi comunicano che l'apertura è alle 10, non alle 9 o 9,30 come concordato.

Contrariamente a quanto si può pensare, non mi arrabbio facilmente. Ma, una delle cose che non tollero, è quando coloro che lavorano con te, non mantengono quanto si concorda: chi organizza le fiere, spesso, pensa che il suo mestiere consista nel vendere spazi, montare tavoli, e rimettere a posto alla fine. Invece, c'è tutto quello che sta nel mezzo, a fare la differenza: tu non noleggi stand, ma offri un servizio, che consiste nel mettere in condizione il venditore di fare al meglio, e col miglior risultato possibile, il proprio, di lavoro.

A Tiferno, questo non è successo.
Le richieste fatte sono state ascoltate, anzi, sentite, con fastidio e supponenza: "Se il tuo cliente vuole venire a comprare prima dell'apertura, ti bussa e tu lo fai entrare!". Roba fuori dal mondo...

Allestito, andiamo in albergo, dove ci accoglie il geometra Filini (buonanima).
Tra un "dichi", un "facci", un "venghi pure, lei", andiamo a cena coi colleghi.


L'albergatore, geometra Filini

Tiferno è una bella cittadina, ma si dimostra - come vedremo anche nei giorni successivi - molto più moscia rispetto agli anni precedenti: tante attività - rispetto all'anno precedente - sono chiuse. Un bel locale sotto l'albergo, almeno una o due pizzerie ed una paninoteca, sono sparite nel nulla.
Al sabato, infatti, fatichiamo molto per pranzare, e dobbiamo ripiegare su due hot-dog presi nello stand davanti al nostro.

Ottima l'idea delle vetrine a tema "Tex", cui molti negozi aderiscono.



Arriva il sabato mattina.
Apertura, come detto, alle 10, con l'organizzazione che alle 9,40 si accorge che alcune persone stanno entrando, e cominciano a cacciarle. Alle 10,10, faccio notare loro che la fiera è aperta.
E con l'ingresso principale in queste condizioni...

Da notare che l'ingresso "ufficiale" è quello centrale, non quello a destra.

La giornata è caratterizzata da scarse vendite, tanta tanta pioggia e freddo.
Alle 20 circa, decidiamo che può anche bastare: parecchi colleghi hanno già sbaraccato e, nonostante la chiusura ufficiale sia alle 24, noi ce ne andiamo a cena.

Ah: tra l'altro, a Città di Castello si mangia bene, senza essere spennati in trappole per turisti stupidi, come accade a Lucca, ad esempio...
E, anche se sono rimasti in pochi, come dicevamo prima, puoi ancora trovare locali interessanti, come quello nel quale Max, il Decano delle Fiere, ci ha raccontato di quella volta che, a Roma, un'auto stava per investire lui e la sua famiglia... E, mentre la madre foderava il guidatore di paraculate, si accorse che era... Franco Franchi! E vi assicuro che Max, di aneddoti, ne ha anche anche di migliori...

Torniamo verso le 21,30, per vedere se è il caso di riaprire.
Ma, nonostante il padiglione spalancato, troviamo solo l'ultimo espositore che sta chiudendo.
In piazza, è in corso il concerto/balletto o quello che è, con le sigle dei cartoni animati. Andrà avanti fino a tardi.

L'immagine che consegniamo alla storia è impietosa...

Il "pubblico" è Matteo, eh...
Non era meglio "rimandarlo"?

Oggi, domenica, siamo ad ora di pranzo.
Di gente se ne è vista di più. E' meno freddo e - a tratti - c'è il sole.
Ci aspetta un pomeriggio di cosplayer, sigle dei cartoni animati - che già ascoltiamo da quattro ore - ed una serata di allestimento e viaggio.

Alla fine, il commento non può essere del tutto positivo: perché non abbiamo la verità in tasca.
Ma, almeno, mi aspetterei di non vedere gli stessi errori ogni anno...

3 commenti:

  1. A San Donà invece un sacco di gente, ma veramente tanta e buoni incassi.

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  2. Mamma mia, la foto del concerto è devastante, un inno alla tristezza!
    La cosa di Tex mi ha fatto ridere, si sono sforzati un sacco a trovare una copertina con raffigurata una borsa!

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