giovedì 29 settembre 2016

Sette Buoni Motivi per NON andare a Romics 2016

Lo ammetto: sono stato a Romics.
Ieri, durante l'allestimento.
Salutare un po' di amici, pagare, riscuotere, portare qualche fattura, trovare un paio di arretrati diquellichetrovisoloinfiera, ritirare merce ingombrante... e non necessariamente in quest'ordine!

Ma, quest'anno, per la seconda volta consecutiva, Antani Comics non ha lo stand alla Romics di Ottobre. Motivi? Gli stessi: costi sempre uguali (se va bene), vendite in calo. Persone che passano, guardano e dicono "lo prendo a Lucca".

Tutte ottime ragioni, ovviamente secondo me.
Alcune opinabili, altre oggettive, almeno stando al fatto che ci sono, di anno in anno, espositori, anche medio-grandi, che mollano la fiera...

Parliamone.

Una foto psichedelica e anche abbastanza brutta del pass Romicsiano
per l'allestimento...



1.
Come dicevamo: incassi in calo.
Utili in calo: essere a Romics, con uno stand piccolo, una persona ed un furgone, anche ammettendo di essere ospitati da un amico per evitare l'albergo, costa ALMENO 2500 euro. Il che implica dover fare incassi altissimi, per avere un utile almeno decente...
E sei giorni di lavoro, considerando rischi vari, allestimento e disallestimento, e non contando tutto il lavoro di preparazione, meritano qualcosa di più di un utile decente...

2.
... e parecchi espositori se ne sono accorti.
Ogni anno, vedo svariati colleghi in meno.
Ferma restando la forte presenza - come è ovvio - di espositori locali, sono sempre di meno quelli che vengono da fuori. Star Shop quest'anno non partecipa.
Ma, ripeto, scorrendo la lista, vedo colleghi, anche "grandi", che non vengono più...
Saran mica tutti scemi?

3.
Dai, su: Romics non è una fiera di fumetto!
A Romics si vendono bomboloni, scarpe, porchetta, cioccolatini. Tanta, tanta roba cinese.
Pochissimi fumetti.
Alcuni anni fa, partecipai ad una fiera sul collezionismo, al centro fieristico di Bastia Umbra. Ebbero l'idea di invitare anche stand di fumetto, e anche se ero restio, ci andai. Eravamo una discreta presenza, ed andò abbastanza male. Percentualmente, molti più che a Romics.
E non era una fiera di settore...
Mi sento di dire che, ormai, Romics non è più centrata sul fumetto: se mai lo è stata...

4.
Romics usa (anche) dei volontari come personale.
Il lavoro si paga. Punto.
Non è possibile che una azienda così grande, che smuove capitali ed interessi rilevanti, si muova come una associazione di appassionati: e non è vero che tutte le grandi manifestazioni lo fanno. Il Napoli Comicon non lo fa; Lucca Comics - da quanto ne so - "usa" solo - oltre al proprio personale PAGATO - volontari che provengono dagli istituti superiori, pagandoli in crediti formativi, che comunque hanno un valore...

5.
Lucca Comics.
Una decina di anni fa si lavorava discretamente, a Romics.
Ora, invece, con la contemporanea crescita di Lucca, capita sempre più spesso di sentire persone che passano, guardano, chiedono, e poi se ne vanno, borbottando "Questo lo prendo a Lucca!".
Pensavo fosse un mio problema, ma ho trovato svariati riscontri...

6.
La Fiera di Roma.
Una struttura nuova, ma cadente. Crepe, pavimenti danneggiati, della serie che se ci porti un carrello rischi di rovesciarlo ogni due o tre metri...
E gestita male: paghi due o tremila euro di stand, e ti senti far storie per avere un pass in più o per un omaggio da destinare ad un cliente! Burocrazia, file, pass di allestimento e disallestimento, ritirare i buoni d'uscita: tutte cose normali in un centro fieristico, ma che richiedono tempo, prezioso durante una manifestazione. E se mettono un solo ufficio amministrativo, e pure lontano...

7.
Me ne sto a casa. Coi miei figli.
Ed evito di dover guadagnare soldi per darli alla babysitter.
Ed evito stress, incazzature, e lavoro inutile, che spesso porta guadagno solo alla Fiera di Roma...


Segnalo una cosa da andare a vedere, se siete in zona, ovvero una interessantissima mostra, Parlano di Noi 1962 – 1980. I fumetti del diavolo, che presenta una singolare rassegna di alcuni dei più significativi articoli sulla stagione più "rivoluzionaria" del Fumetto Italiano, quella che a partire dal 1962 con Diabolik e poi dal 1964 con Isabella, ha scardinato l'allora vigente Codice Morale del Fumetto. Ho visto una anteprima, e conosco l'ideatore, Giorgio "Nuvoloso" Presciutti, libraio ed appassionato da una vita...

Diciamo che, forse, sul sito, potevano dare maggiore spazio alle mostre, che pure ci sono...

1 commento:

  1. Io non mi ero neanche reso conto che fosse già ora di Romics autunnale... quindi ok, la aggiungo come buona ragione per non andarci (come "pubblico").

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