sabato 31 dicembre 2016

Il mio 2016

Non so come ricorderò il 2016.
Non divido i ricordi "per anno": non riesco a dire quali sono i fumetti più belli letti in questi dodici mesi, o i film migliori visti, perché nella mia testa tutto si mischia e non rimane ordinato in trecentosessantacinque caselle, ognuna con dei numeri sopra.

Se mi chiedi un parere sul trentennale di Dylan Dog, è ovvio che te lo do.
Ma contestualizzare e datare un albo, visto che leggo le cose con mesi di ritardo - o anticipo per qualche uscita USA - è davvero difficile.

Per cui, quelle che seguono sono solo impressioni, miste a qualche dato.
Come al solito, scritte nella tarda mattinata dell'ultimo dell'anno, negli ultimi minuti di lavoro, con una prospettiva ben chiara.

"La" mia foto del 2016: Fumetterni.
Con un grande staff, e con - tra gli altri - Alberto Ponticelli
che aprirà il 2017 di Antani Comics.


E' stato un 2016 strano.
Nefasto per i tanti lutti: per quello che riguarda il fumetto, cito Gallieno Ferri, non un fuoriclasse, ma il creatore grafico di Zagor, oltre che copertinista del bellissimo Mister No; e purtroppo se ne sono andati anche Darwyn Cooke e Steve Dillon. Il secondo, che anche lui genio non era, ha caratterizzato in modo indelebile e inconfondibile, un capolavoro come Preacher, ma anche tante belle storie di Hellblazer e Punisher. Il primo ci mancherà, e tanto: uno dei pochi veri innovatori presenti regolarmente nel panorama USA, che col suo New Frontier (ma tipo una ristampa dopo oltre cinque anni?), ci ha regalato una versione moderna ma gustosamente retrò dei supereroi DC...
Tanti lutti, dicevamo, nel mondo dello spettacolo, ma svariati anche nel "mio" mondo: tutti lasciano qualcosa, pochi rimangono per sempre. E, alla fine, è questo che conta.

Ed è stato l'anno di Dylan Dog che ha compiuto trenta primavere: il rilancio di alcuni anni fa ha sicuramente ingranato, a livello qualitativo... sarebbe utile che, invece di pubblicare statistiche autocelebrative col numero di pagine prodotte, si diffondessero i dati di vendita: quelli si che sono utili a capire se qualcosa ha realmente funzionato, perché, visti nel tempo, e con le dovute conoscenze, sono spietati ed univoci. Ma è stato l'anno della Bonelli: fino a Lucca ci credevo poco, ormai, devo ammettere: invece, pare si faccia sul serio: al di là della linea da libreria, che secondo me va comunque rivista, finalmente si inizia l'approdo in fumetteria delle serie da edicola. Negli ultimi anni è toccato alla Disney, che con l'ottima gestione Panini sta facendo sfracelli: ora tocca al più grande editore italiano. Talvolta le cose cambiano... e pure in meglio!

E va sottolineata quella che forse è la vera notizia dell'anno, ovvero l'acquisto di Simone Airoldi da parte della Bonelli, perché un dirigente del genere - e si è visto - lascia il segno...

Non è stato l'anno dei supereroi, secondo me: scarsa la qualità.
Ma sono emerse svariate serie interessanti ed adulte, non classicamente supereroistiche: i nuovi Moon Knight, Pantera Nera, Visione; gli Omega Men. E l'Image: letto Southern Bastard? Continuate a seguire Walking Dead? E Invincible (questo SI che è un supereroe classico!)?
Per il resto: troppi rilanci, poche idee, poca continuità.
Anche se di cose belle ce ne sono, molte serie si faticano a seguire, anche per colpa dei "minestroni" che gli editori italiani ci propinano.

Parlando di editori italiani, si è rivelato ancora deludente Lion Comics perché, se nel 2012 li promuovevamo con qualche dubbio:
E' stato l'anno dell'esordio di un nuovo editore per la DC.Devo dire: sono partiti male, molte cose le hanno risolte, tipo la qualità dei volumi.Ma su tanto, tanto, tanto, hanno da lavorare. Tipo i ritardi distributivi, tipo la qualità di stampa.Tipo la comunicazione coi negozianti: non puoi chiedere - unico editore - di prenotare le cose tre mesi prima, e poi, a "bocce ferme", presentare pack, promozioni ed incentivi, costringendo i negozianti a rivedere ordini, e a comunicare in fretta e furia ai clienti quelle che sono le nuove promo.
... la situazione oggi è peggiorata: cose promesse che non escono, ritardi abissali (anche due anni) per molti prodotti. Natale inesistente, coi promessi Animal Man di Morrison e Wonder Woman Terra Uno non usciti. Polemiche infinite per i cofanetti delle varie serie, attesi a maggio e rinviati di mese in mese.
E Miller a Lucca, ospite del secolo, gestito anche bene, non salva la baracca.
Si è ormai capito che ci sono grossi problemi organizzativi: che li si risolva, anche in modo drastico, o si lasci a qualcun'altro...

E' stato anche l'anno di una svolta distributiva: Alastor lascia, arriva Manicomix al suo posto.
Francamente, non sono più riuscito a lavorare con una realtà che, se una decina di anni fa era indipendente e in grado di adattarsi al mercato, ultimamente ne sbagliava una dietro l'altra: tanto è vero che, non senza difficoltà, li ho mollati qualche mese prima che si venisse a sapere di questo passaggio di mano. Ma nel 2016 non puoi lavorare senza sito, senza promozione, toppando quando organizzi qualcosa con le fumetterie (qualcuno ha poi visto i gadgets mancanti del Batman Day di quasi quattro mesi fa?)...

Nulla da dire sugli altri distributori: Manicomix che continua a crescere, e lo fa partendo da cose semplici e piccole; Star Shop che sarebbe ottimo se sistemasse meglio un paio di cose, tra le quali il sito, col quale combatte da un anno, senza esito...

E - per quello che mi riguarda - è stato l'anno delle fiere piccole. Abbiamo mantenuto quanto detto esattamente dodici mesi fa:
"il Comune di Lucca, che con l'applicazione in modo assurdo e discriminatorio di leggi borboniche, ed in collaborazione con gli avidi commercianti affittanegozi lucchesi, ci ha fatto decidere, al 99%, di non aprire più un temporary shop nel capoluogo toscano, così dal 2016 niente più Lucca Comics o #LuccaFuori, ma più impegno da spendere nel negozio ed in altre fiere (che lo meritano)."
E, in un anno che ha visto poche manifestazioni cui ho partecipato mantenere l'incasso dell'edizione precedente, sono soddisfattissimo di realtà come Bologna e Teramo Comix, mentre censuro - purtroppo - e per vari motivi Orvieto e Perugia (organizzate troppo male, ed in netto calo, anche perché troppo costose per il pubblico, rispetto all'offerta), e stendo un velo pietoso sul comportamento da bambini degli organizzatori di Tiferno Comics: è destino che le fiere non possa girarmele nella mia regione...

Delle grandi, rimane solo Napoli Comicon tra quelle cui partecipo, e con gusto: ben gestita, ben organizzata, farla è una "piacevole fatica".

In casa, difficilmente rivedremo Fumetterni: l'abbiamo rifatta dopo sei anni e mezzo, senza un soldo pubblico, ed è andata benissimo. Ma senza sponsor, pubblici o privati, è dura ripetersi e crescere, quindi penso che rimarrà un buon ricordo, ed è quello che conta, anche perché se non c'è chi è disposto ad investirci, è evidente che la città punta altrove, e va bene così.

E' stato un anno di crescita per il negozio, finalmente: uno dei migliori, come non se ne vedeva da tempo. Evidentemente, investire paga. Crescita dell'online: è l'ennesimo anno che le spedizioni aumentano, e non di pochi punti percentuali, ma in doppia cifra. Siamo quasi a dieci volte tanto del 2013, tanto per capirci!
E per questo ringrazio Valentino, che ha iniziato l'anno con noi, ma alla fine se ne è andato, ed Anne, che gli è subentrata, non senza traumi organizzativi, ma con impegno e buona volontà, che alla fine sono quelli che servono. E un grazie anche a Federico, per il periodo natalizio.


Il giorno di Santo Stefano, girando per la città, sono entrato in una libreria di varia.
Bella, luminosa, con pile di novità, bestseller ed evergreen, etichette fichissime, espositori tematici, vetrofanie, gadget di tutti i tipi.
E i è presa una certa tristezza: tutto questo non c'è, nella fumetteria. Che è una libreria SPECIALIZZATA, ma sembra la figlia di un dio minore, a volte, nella considerazione dei fornitori. Eppure, nel mercato, ha un ruolo chiave: ordina, prenota, senza reso. Le vendite che facciamo non sono più importanti? Allora perché due colossi come Disney e Bonelli hanno finalmente iniziato a vendere in fumetteria? Perché le uscite dei "grandi" come Panini aumentano?
Nonostante crisi e problemi, perché nessuno - esclusi alcuni piccoli editori, ma lì dovremmo fare un discorso a parte - rinuncia a distribuirsi in fumetteria?

E da qui quella che dovrebbe essere la forza di ogni fumetteria: diventare la libreria specializzata della propria città, sapersi creare un pubblico proprio, senza ricette universali. Puntare su servizio, velocità di riassortimento, competenza. Capacità di convincere a comprare, saper persuadere della bontà di un prodotto. Indirizzare i clienti.
Il tutto diventa difficile, senza reso: perché il reso aumenta la "potenza di fuoco" di una attività, che può reinvestire il valore dell'invenduto, dandolo indietro e trasformandolo in soldi.

Ma visto che il reso non c'è, almeno come regola generale, ognuno di noi librai "a fumetti" deve reinventarsi in mille modi, seguendo la passione (non per il fumetto, ma per questo lavoro), che unita a competenza ed esperienza, ti dice dove puntare, spingere, investire. Quali prodotti spingere, quali tagliare. Quali far comprare ai tuoi clienti.

La passione che ho visto in Carmine Di Giandomenico, quando quest'anno è entrato nel Guinness dei primati, disegnando per quasi due giorni interi: darsi un obiettivo grandioso, e raggiungerlo con la forza del proprio braccio, della testa, e del cuore, quando il resto non c'è più.

Noi che abbiamo una attività, dobbiamo sfruttare questo grande potere: quello di decidere. La palla, per quanto possibile, è in mano nostra: puntiamo a giocarla bene, ad essere artefici del nostro futuro, far si che il prossimo anno non sia un "2016 + 1"...

Buon 2017. A tutti.

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