mercoledì 14 febbraio 2018

Mercurio Loi: intervista ad Alessandro Bilotta #antanicomics18

Quasi un anno fa, intervistavamo Alessandro Bilotta, secondo molti (me incluso) il miglior scrittore italiano di fumetti di oggi. Poi è uscito Mercurio Loi.
Oggi torniamo sul luogo del delitto e, pochi giorni prima della presentazione in negozio da Antani Comics, facciamo di nuovo qualche domanda al creatore del personaggio...



Ci puoi parlare un po' della gestazione del personaggio?

Per la collana Le Storie della Bonelli ho scritto diversi episodi che affrontavano diversi generi e temi. All'ennesima sceneggiatura ho voluto provare a inventare un mondo, cioè a raccontare uno scenario e dei personaggi che dessero l'idea di avere molte storie alle loro spalle e altrettante davanti. Così ho pensato a Mercurio Loi, un professore universitario impiccione con delle capacità intellettive sopra la media, calato in una Roma del 1826 che assomiglia a un mondo di matti, popolato da sette, confraternite, cospiratori e sopratutto un papa che si è fatto re. Posso dire che, considerando anche quello che avevo scritto in precedenza, ci ho messo dentro molto di quello che so e che mi interessa.


Quali sono i tuoi riferimenti per l'ambientazione della serie?

Ho letto giornali, diari privati e resoconti di viaggio di uomini di allora. Insomma ho cercato di documentarmi sulla vita privata e sui piccoli dettagli del vivere comune.


Mercurio Loi è diventato bimestrale: puoi dirci se è una scelta legata alle vendite?
Cambierà anche il formato?

Come ho spiegato nella prefazione del numero 9 è una strategia editoriale. Il progetto è quello di continuare a mandare in edicola un numero ogni due mesi, dello stesso formato, e allo stesso tempo pubblicare le storie anche in libreria in un collana di volumi da collezione.


Pensi che la scelta del colore, vista a posteriori, sia stata saggia, soprattutto in relazione al prezzo?

Mercurio Loi ha sofferto e soffre dei giudizi preventivi di chi lo crede un fumetto storico e datato. Chi non si avvicina è perché pensa si tratti di avventure alla Sherlock Holmes o di racconti storici. Insomma atmosfere vecchie e abusate di cui nessuno sente giustamente il bisogno. Come sai, Mercurio Loi è tutt'altro. Se fosse stato anche in bianco e nero, avremmo rischiato di non far percepire l'elemento di modernità che io invece penso sia determinante nella serie.


Bonelli Editore sta vivendo anni di intensi cambiamenti: alla luce di quanto fatto per altre iniziative, pensi che a livello promozionale si potesse far di più?

È stato fatto moltissimo a livello promozionale. Ma se me lo chiedi, immagino che a te non sia arrivato così tanto. Viviamo in un'epoca complessa, c'è un'offerta continua e gratuita di infiniti prodotti culturali o d'intrattenimento. C'è più possibilità di promuovere e di autopromuoversi, di proclamare e autoproclamarsi. In questa frenesia che trovo un po' repellente, non è facile proporre al lettore un fumetto che chiede un tempo diverso di lettura.

Grazie, ci vediamo sabato 17 febbraio a Terni!


4 commenti:

  1. Lo considero il miglior fumetto italiano degli ultimi anni, anzi decenni.
    Peccato che sia come dice l'autore: viene spesso scansato a priori, e non capisco il motivo.
    La gente non sa cosa si perde, continuasse a leggere le solite dylandogate o bonellate.

    Moz-

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    1. appunto per questo secondo me la comunicazione ha un po' fallito.

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    2. In molti hanno creduto fosse uno Sherlock de Roma.
      Dovevano puntare tutto sulla genialità filosofica e perdigiorno del protagonista... Che poi è l'arma vincente e irresistibile.
      In ogni caso viva Loi 😎😍

      Moz-

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